Soddisfazione generale (o quasi) per l’approvazione del provvedimento che converte in legge il decreto n. 3 del gennaio scorso in materia di scatti stipendiali.
Fra i primi ad esprimersi positivamente è stata il ministro dell’istruzione Stefania Giannini che ha dichiarato: ”Oggi abbiamo fatto un importante passo in avanti nel presente, ma è necessario guardare soprattutto al futuro. Il Governo nella sua collegialità deve assumersi la responsabilità, e siamo certi che lo farà, di destinare alla scuola e al mondo dell’istruzione le risorse per migliorare la qualità della didattica e dei servizi e per garantire la formazione degli insegnanti. Siamo pronti a scommettere su questa sfida politica e culturale”.
Canta vittoria la Cisl-Scuola che dimostra di apprezzare in particolare l’emendamento approvato in extremis che consente di risolvere anche il problema delle posizioni economiche Ata: “Le modifiche con cui il Senato ha approvato il disegno di legge di conversione del decreto-legge 3/2014, frutto anche di una pressione sindacale di cui la Cisl Scuola è stata uno dei principali protagonisti, pur senza risolvere tutti i problemi sul tappeto, costituiscono un buon risultato, soprattutto per il personale Ata, che rischiava una fortissima decurtazione del salario attraverso il minacciato recupero di somme erogate a partire da settembre 2011”.
In realtà il provvedimento non è privo di ombre anche se il voto favorevole del Senato è stato accompagnato dalla approvazione di alcuni ordini del giorno che impegnano il Governo a recuperare risorse per rimpinguare l’ormai esausto fondo per il MOF.
Il fatto è che siamo ormai ad un passo dalla conclusione dell’anno scolastico ed è davvero che le scuole riescano ad utilizzare eventuali fondi aggiuntivi che dovessero arrivare nei prossimi mesi.
Ma l’aspetto più preoccupante della legge approvata dal Senato riguarda proprio l’art. 1 bis aggiunto all’ultimo momento: il personale Ata destinatario delle posizioni economiche non dovrà restituire quanto già ricevuto fino ad ora (e questa è certamente una buona cosa); lascia perplessi (Flc-Cgil si dichiara anzi nettamente contraria e annuncia che non firmerà nessun accordo che preveda una riduzione del fondo per il MOF) la soluzione adottata: la copertura (inizialmente si parlava di 17 milioni di euro, lievitati prima a 29milioni e poi a poco meno di 39) deriverà da un taglio al fondo per le spese di funzionamento amministrativo e didattico delle scuole.
In pratica, ad ogni istituzione scolastica verranno sottratti mediamente 5mila euro dal già modesto fondo assegnato ogni anno.
In tal modo le scuole dovranno fare sempre più ricorso al contributo delle famiglie per poter far funzionare almeno le cose essenziali.
Paradossalmente le posizioni economiche degli Ata saranno dunque indirettamente pagate di genitori.