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Posizioni economiche: tiro al bersaglio nei confronti del personale Ata

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Dopo gli annunci e i proclami, bloccate le posizioni economiche Ata a partire dal 1° settembre 2013: Anief pronta a ricorrere. Il personale Ata non può subire una tale aggressione. Non si può cancellare con un colpo di spugna ciò che oggi è un diritto acquisito.
Non sono servite a nulla le rassicurazioni del Ministro Carrozza, quando da Fazio a “Che Tempo che fa” ha rassicurato il personale Ata con un laconico “possono stare tranquilli” e nemmeno l’esultanza di alcune OO.SS. che hanno cantato vittoria forse un pò troppo presto.
Dopo i tagli indiscriminati, che hanno visto drasticamente diminuire l’organico del personale Ata assegnato alle scuole italiane compromettendone il buon funzionamento, dopo il mancato rinnovo contrattuale che ha bloccato gli stipendi ai livelli del 2009, il blocco delle assunzioni per l’ormai annosa questione “docenti inidonei”, assistiamo oggi, da parte del Governo, a un atto palesemente illegittimo che intende annullare con un colpo di spugna, la 1a e 2a posizione economica di cui all’articolo 2, commi 2 e 3, della sequenza contrattuale 25 luglio 2008 ottenute attraverso una prova concorsuale.
Il personale Ata non ringrazia per il fatto che non dovrà più restituire quanto percepito negli aa.ss. 2011/12 e 2012/13. La mansione aggiuntiva svolta e non prevista dal mansionario è stata assegnata in virtù della posizione stipendiale che, nel caso dei collaboratori scolastici, ammonta a 600 euro annui.
Gli stipendi del personale Ata, sono già tra i più bassi del pubblico impiego. Basti considerare che un collaboratore scolastico al suo stipendio iniziale percepisce la somma di circa 900,00 euro e quanto prospettato con la circolare non può che alimentare nuove preoccupazioni.
Per Anief, oltre all’immediato danno economico, il personale interessato subirà ripercussioni anche ai fini pensionistici. La somma percepita con la posizione stipendiale contribuisce, infatti, sia alla formazione dello stipendio che a quella della posizione contributiva.
E che dire della palese discriminazione tra chi, non avendo la posizione economica, ha svolto una mansione aggiuntiva a carico del fondo di istituto e chi invece la possedeva? I primi, che hanno svolto la mansione aggiuntiva a carico del fondo d’istituto, non devono restituire nulla, mentre i secondi – che hanno svolto la mansione aggiuntiva per via della posizione economica – a decorrere dal 1° settembre 2013 devono restituire quanto percepito.
Anief è pronta a ricorrere al Giudice del lavoro per chiedere giustizia e rivendicare il torto subito. Non è più tollerabile che lo Stato adotti delle misure per fare cassa sempre sui soliti noti.
Scrivi a [email protected] e rivendica quanto in tuo diritto