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Post contro le Frecce Tricolori sui social, bufera su una prof: “Vergogna che continui a percepire lo stipendio”. Lei si difende

Una questione che sta facendo molto discutere. Una insegnante di un liceo di Venezia ha scritto sul suo profilo Facebook, lunedì, “Frecce tricolori di m***a” e adesso è stata aperta una indagine interna. Lo riporta Il Corriere della Sera.

I fatti

La donna ha fatto riferimento al passaggio, quello stesso giorno, delle frecce tricolori sulla città in occasione della festa delle Forze Armate del 4 novembre. Da qui un putiferio: la docente è stata accusata di aver offeso le Forze Armate.

“È vergognoso che chi dovrebbe educare i nostri ragazzi al rispetto delle istituzioni si esprima contro i valori della Patria”, dice il senatore veneziano Raffaele Speranzon che annuncia un’interrogazione al ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara.

“È un’indecenza che chi è pagato dallo Stato per istruire i cittadini di domani, insegni invece ad odiare la Patria ed i suoi simboli”, rincara la dose la deputata di Fratelli d’Italia Maria Cristina Caretta che definisce la docente “cattiva maestra”, schierandosi a favore delle Frecce Tricolori definendole “il simbolo più bello della nostra Patria. L’eventualità che questa docente continui a percepire uno stipendio sarebbe una vergogna intollerabile”.

Lei non ci sta

La donna si è difesa così: “Nessuna offesa ai militari e tantomeno al presidente Mattarella, che stimo profondamente. Il post, scritto in un momento di stizza, si riferiva unicamente alle Frecce Tricolori che sono super inquinanti, rumorose e pericolose”. “Mia mamma è cardiopatica — dice la docente — e come me si è spaventata. Un rumore assordante che ha fatto tremare le finestre senza contare che l’aereo volava basso”.

“Questi aerei influiscono moltissimo sulle emissioni di Co2, disturbano la migrazione degli uccelli per non parlare dei costi spropositati ogni volta che si alzano in volo. Gli studenti mi hanno dimostrato solidarietà e chi mi conosce sa che in 25 anni di insegnamento sono sempre stata ineccepibile”, ha aggiunto.

Il caso Raimo e la libertà d’espressione dei docenti

Tutto sta accadendo mentre si parla molto del caso del noto docente e scrittore Christian Raimo: proprio oggi si ha avuto notizia della sua sospensione dall’insegnamento per tre mesi con riduzione della metà dello stipendio per aver insultato il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.

Lo stesso Valditara aveva commentato, dicendo di essere “rimasto profondamente colpito dalla violenza delle parole usate”, perché “la polemica politica non può mai trascendere nei toni né usare frasi minacciose e offensive”.

Adesso studentesse e studenti del liceo di Roma, dove Raimo insegna storia e filosofia, hanno deciso di mobilitarsi in difesa del professore. All’ingresso dell’istituto è stato esposto uno striscione che riporta la scritta “Tre mesi di sospensione per un’opinione”. Nel frattempo diversi esponenti della politica stanno esprimento solidarietà nei suoi confronti.

Redazione

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