“Sono state attivate le procedure previste. Esiste un procedimento disciplinare, che è stato attivato. Ci saranno vari step da seguire e poi si arriverà una decisione. Potrebbe essere mia o della Regione Valle d’Aosta, perché a seconda della gravità del fatto, la decisione può essere presa anche dall’ufficio procedimenti disciplinari della Regione. Quindi il procedimento sicuramente andrà per le lunghe, la decisione non sarà immediata”. A dirlo è Giovanni Peduto, dirigente scolastico del Liceo delle scienze umane e scientifico ‘Regina Maria Adelaide’ di Aosta, dopo la notizia del post contro gli studenti pubblicato su Facebook da un docente della sua scuola (“Se c’è una tipologia di studenti a cui darei volentieri fuoco, come a Giovanna D’Arco, be’…Les”, il Liceo economico sociale “è la sigla giusta”).
Interpellato all’Ansa, il dirigente scolastico ha detto di essere “rimasto sconcertato e molto amareggiato, perché – aggiunge Peduto – questo post è offensivo nei confronti degli alunni del Les e degli insegnanti del Les. Noi educatori, in quanto educatori se proprio decidiamo di utilizzare i social, dobbiamo usarli in modo consapevole, responsabile, utilizzando un linguaggio corretto e rispettoso di tutti. Questo post non doveva essere scritto, purtroppo è stato scritto. C’è una procedura prevista in questi casi e la procedura è stata applicata”.
Agli studenti e genitori che hanno scritto delle e-mail al dirigente scolastico, lo stesso preside ha rivelato di avere “già risposto loro”.
Il docente autore dei post sconcertanti si era rivolto, in particolare, agli studenti della classe del liceo Economico sociale ai quali aveva fatto supplenza: su Facebook, il prof ha scritto che sono “incapaci di accettare la più elementare norma di comportamento, perché in famiglia non ne hanno mai ricevuta nessuna. E visto che i termosifoni accesi in questa scuola non li ho mai sentiti, una classe che in questa stagione tenga tutte e quattro le finestre aperte per 50 minuti non è composta da studenti, ma da emerite teste di c… Spero che trascorrano il 2024 con una broncopolmonite fulminante“.
In conclusione, per l’insegnante “se c’è una tipologia di studenti a cui darei volentieri fuoco, come a Giovanna D’Arco, be’…Les”, il Liceo economico sociale, “è la sigla giusta”.
Adesso il docente dovrà spiegare al suo dirigente e all’Ufficio scolastico regionale i motivi che lo hanno portato ad esprimersi in quel modo. E non è da escludere che anche la Procura possa indagare sull’accaduto.
Un precedente con frasi incredibili pubblicate su Facebook è quello di una professoressa di inglese del liceo Marco Polo di Venezia. Nel 2016 si lasciò andare a delle frasi pesantissime, ‘postate’ sul social, contro i migranti: “bisogna eliminare anche i bambini dei musulmani tanto sono tutti futuri delinquenti” e “speriamo che affoghino tutti… che non se ne salvi nessuno“, aveva scritto la docente.
Qualche mese dopo la donna patteggiò, attraverso il suo legale, il passaggio al profilo di Ata per non rischiare di perdere il posto di lavoro.
Anche se le parole non sembrano lasciare molto spazio ad interpretazioni in sua difesa, l’insegnante di Aosta, dunque, potrebbe essere presto convocato dall’Ufficio scolastico per esporre la sua versione dei fatti.
L’Usr dovrà anche constatare la presenza di eventuali precedenti: ciò costituirebbe un’aggravante per dimostrare l’incompatibilità tra il ruolo di insegnante e quello assunto al di fuori dell’istituzione scolastica.
Infine, è possibile anche che venga avviata un’indagine parallela da parte della procura della Repubblica.
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