Una mamma, eccessivamente premurosa, per timore che la figlioletta potesse finire in mezzo alla strada, e non potendola accompagnare fin dentro l’aula con la macchina, si è messa con la sua auto posteggiata in divieto di sosta proprio davanti al portone della scuola. E come se non bastasse, e come se anche le altre mamme non potessero reclamare uguali privilegi facendo così della scuola una sorta di drive-in, alla vigilessa che le aveva chiesto di spostarsi, la signora aveva replicato dandogli una borsettata sulla spalla, poi un calcio alla gamba e infine due schiaffi.
Non è nota l’entità della pena inflitta alla donna che ha invocato la causa di giustificazione per “l’ansia e la preoccupazione di prelevare la figlia all’uscita di scuola”, ma per la Cassazione, “con motivazione congrua” i giudici di merito della Corte di Appello di Roma, nel 2015, “hanno escluso la ravvisabilità delle scriminanti invocate” che “non potevano giustificare né porsi in relazione alla reazione violenta dell’imputata” nei confronti della vigilessa “che legittimamente aveva chiesto di spostare l’autovettura in divieto di sosta”.
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La donna è stata, con conferma della Cassazione, condanna per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. Il fatto è avvenuto a Genzano (Roma) nel dicembre del 2007. Il tribunale di Velletri nel 2013 aveva emesso la condanna di primo grado convalidata in appello. La signora è una donna francese di 53 anni, residente ai ‘castelli romani’, apprezzata veterinaria e allevatrice di cavalli, ma forse anche un po’ troppo presa di sé e dalla figlia
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