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Posto di sostegno: vocazione per l’inclusione o scelta opportunistica per ottenere il ruolo?

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April 24, 2025

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È davvero sconcertante che i docenti di sostegno che hanno l’opportunità di passare all’insegnamento di discipline specifiche, frequentando corsi online da 30 CFU come è loro legittimamente previsto dalla norma, sono spesso gli stessi che esprimono critiche incisive nei confronti del Corso INDIRE.   
Molti di loro infatti lo considerano come una semplice e poco valida scorciatoia. Questa contraddizione solleva interrogativi sulle loro posizioni e sulla motivazione reale che  spinge i docenti “specializzati con TFA italiani” a cercare tali opportunità: si potrebbe forse trattare più di una ricerca pragmatica di stabilità lavorativa che di una sincera passione per l’insegnamento e l’inclusione?
La primavera del 2025 si presenta come un momento cruciale per il sistema scolastico, in particolare per quanto riguarda il sostegno. Con la pubblicazione dei bandi per i percorsi abilitanti su materia, molti docenti specializzati nel sostegno stanno volgendo la loro attenzione anche a queste procedure. Negli ultimi anni, è infatti emersa una tendenza crescente tra i docenti che, pur avendo conseguito una specializzazione nel sostegno, hanno sfruttato l’articolo 59 per entrare di ruolo per poi spiccare il volo da questo “trampolino di lancio” per accedere all’insegnamento su materia. 
Questi insegnanti, spesso motivati principalmente dalla ricerca di stabilità lavorativa, si sono specializzati nel sostegno non tanto per una vocazione verso l’inclusione, quanto per garantirsi un ruolo sicuro e successivamente transitare verso insegnamenti più tradizionali? Questo fenomeno solleva interrogativi sul vero significato dell’inclusione e sulla passione che questi docenti nutrono per il loro lavoro.
In questo contesto si inserisce il decreto 270, una misura straordinaria che consente a chi sta completando il nono ciclo del TFA sostegno di iscriversi anche ai percorsi abilitanti, a condizione di rispettare i requisiti stabiliti. 
È fondamentale sottolineare che, sebbene il passaggio dal sostegno all’insegnamento di materia possa sembrare un obiettivo puramente strategico per garantirsi il “posto”, l’inclusione deve rimanere un valore centrale nella formazione dei docenti. La capacità di lavorare con studenti con esigenze diverse è una competenza imprescindibile per tutti gli insegnanti.
Ci si auspica che i corsi di abilitazione su materia non siano solo visti come un mezzo per migliorare la propria posizione lavorativa, ma anche come un’opportunità per una crescita professionale autentica e per contribuire attivamente al miglioramento del sistema scolastico.
In conclusione, la primavera per il mondo del sostegno, non è solo un momento di attesa, ma rappresenta anche un’occasione per i docenti di riflettere sul proprio percorso professionale e sul ruolo che desiderano ricoprire all’interno della scuola. Con la giusta motivazione e un serio impegno nella propria crescita, noi insegnanti possiamo diventare non solo professionisti più competenti, ma anche veri e propri promotori dell’inclusione e della diversità in aula.
Auspichiamo che la scuola non sia vista come un semplice “postificio” in cui sistemarsi, ma come un luogo prezioso per formare uomini e donne consapevoli. Infine, ci auguriamo che le critiche rivolte ai Corsi INDIRE possano placarsi. Tali percorsi sono stati progettati per docenti che già hanno accumulato anni di esperienza e formazione, sia attraverso il TFA europeo che con crediti acquisiti nel corso delle loro carriere accademiche, e non dovrebbero essere considerati usurpatori o oggetto di scherno, né tantomeno divenire il bersaglio di meme offensivi che ledono la loro dignità umana e professionale.

Daniela Nicolò