L’organico dell’autonomia si sta trasformando in uno strumento a potenzialità limitata a causa di una interpretazione burocratica e centralistica, impigliata in lacci e laccioli.
Lo sostiene la Uil Scuola, secondo cui quello che doveva essere il fiore all’occhiello della riforma, oggi “inibisce la valorizzazione professionale dei docenti, da considerarsi, insieme al personale ATA, quali uniche risorse certe del nostro sistema di istruzione”.
La materia è regolata dai commi da 63 a 69 dell’art. 1 della Legge 107/15. Sulla base della citata legge, il Miur, in data 5 settembre 2016, ha emanato la nota n. 2852 con la quale, dopo la prima applicazione nell’anno scolastico 2015/16, fornisce indicazioni alle scuole sulla sua applicazione a regime.
Il sindacato guidato da Pino Turi ritiene, però, che “la nota ministeriale più che un possibile strumento di supporto alle scuole un ulteriore tentativo per dire, all’interno ma soprattutto all’esterno, che tutto va bene mentre nelle scuole persistono situazioni di criticità”.
La Uil, attraverso una scheda di approfondimento, dice anche che “ci sono voluti anni e anni di tagli per ristabilire un principio molto semplice, per fare una buona scuola occorre garantire un uso flessibile delle risorse professionali, assegnate alle scuole per realizzare pienamente i piani dell’offerta formativa. Dopo 19 anni tale principio sembra cominciare a concretizzarsi ma la soluzione adottata continua a creare problemi”.
E poi entra nel merito dei tanti nodi venutisi a determinare in questo frangente d’inizio d’anno scolastico: “i ritardi nell’assegnazione delle cattedre, le rare procedure di conciliazione, la conclusione rallentata dei concorsi a cattedre determinano un uso distorto dei docenti, particolarmente di quelli assegnati all’organico di potenziamento, abbandonati a se stessi o utilizzati come ‘tappabuchi’ , senza un orario certo, con l’accantonamento di tutti i progetti educativi con cui in un primo tempo sono stati chiamati a confrontarsi”.
La Uil, infine, si sofferma sulla “scelta unilaterale dell’amministrazione di sottrarre risorse professionali all’organico potenziato per destinarlo a non meglio definiti progetti nazionali, sottraendoli alla disponibilità delle scuole, senza nessuna trasparenza, con finalità oscure e modalità di individuazione dei destinatari tutte da chiarire. I posti a ciò destinati sono 730”. Da un nostro approfondimento, inoltre, apprendiamo che questi docenti non potranno essere sostituiti. Vanificando, quindi, il motivo per cui sono stati costituiti da ogni istituto scolastico attraverso il proprio collegio dei docenti.
Sarebbe bene, quindi, che almeno su quest’ultimo aspetto il Miur faccia al più presto chiarezza.
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