Attualità

Bambini poveri triplicati e più alunni lasciano la scuola. Fioramonti: dobbiamo lottare

‘Italia è sempre più un paese vietato ai minori. E nella triste gara generazionale a chi è più povero, i giovani sono i veri sconfitti: “più giovane sei, più povero sei”. Ha l’effetto di una brutta sentenza la conclusione scritta da Save the Children nella decima edizione Atlante ‘Il tempo dei bambini’, incentrato sull’Infanzia a rischio.

Lo studio

Dallo studio, pubblicato il 21 ottobre, emerge che nella Penisola sono oltre un milione e 260 mila bambini e ragazzi in condizioni di povertà assoluta.

Mentre nel 2008 erano “solo” 375 mila: questo significa che in soli dieci anni la cifra è triplicata.

Di questi bambini e ragazzi, 563 mila vivono nel Mezzogiorno, 508 mila al Nord e 192 mila al Centro.

Tesauro: più giovane sei, più povero sei

“E’ un dato spaventoso che dimostra scarsissima attenzione al tema dell’infanzia” ha detto il presidente di Save the Children Claudio Tesauro, ricordando anche che sempre negli ultimi due lustri si sono ridotti gli investimenti nella spesa sociale per la tutela dei bambini, quando invece “serve un piano organico” per l’infanzia.

Il direttore generale di Save the Children Valerio Neri, ha detto: la povertà si concentra nelle fasce più giovanili: “in percentuale assoluta la più povera è proprio la popolazione da zero a 18 anni: più giovane sei, più povero sei”. I ragazzi in povertà (da zero a 18 anni) sono oggi il 12,5%; da 18 a 34 anni sono il 10%; da 35 ai 64 anni il 7%; dai 65 anni in poi il 5%.

In macchina verso scuole non sicure

Altri dati testimoniano una situazione non meno drammatica: quasi la metà dei bambini e adolescenti non ha letto un libro extrascolastico in un anno, circa 1 su 5 non fa sport, quindi, secondo Save the Children, aumentano i “disconnessi culturali” e al tempo stesso gli “iperconnessi” alla Rete. Nonostante ci sia una grande attenzione all’ambiente ben il 44% dei minori va a scuola in macchina. I

Dallo studio emerge che ogni neonato che nasce in Italia e le macchine immatricolate nello stesso anno è di 1 a 4, ma “la preoccupazione per il calo delle vendite delle auto, sottolinea l’organizzazione, ha portato il Governo ad istituire il bonus rottamazione, ma non ad un vero piano sociale per l’infanzia. In un paese fragile dal punto di vista sismico, quasi il 79% delle scuole censite nelle aree a medio-alta pericolosità sismica non hanno una progettazione antisismica e il 53,9% delle scuole italiane (tra quelle che hanno compilato il dato) non ha il certificato di agibilità e quasi un terzo non ha un collaudo statico”.

I numeri

Poi, ha continuato Neri, “ci siamo posti una domanda: in questi dieci anni l’Italia è riuscita a far qualcosa per i ragazzi? La risposta è drammaticamente no, la situazione è impietosa salvo un piccolissimo miglioramento sull’abbandono scolastico, qui la media nazionale è del 14%, sempre altissima, ma dieci anni fa era a quasi il 20%”.

In effetti, la povertà è tra le condizioni familiari spesso all’origine, almeno come concausa, dell’abbandono precoce di banchi.

Anche se la dispersione scolastica negli ultimi due anni mostra un andamento in risalita. Il dato “più imbarazzante” e più “drammatico”, ha detto il rappresentante di Save the Chlidren.

Eurostat: dispersione in aumento

Gli ultimi dati dell’Italia, realizzati da Eurostat, non sono confortanti perché ci dicono, in effetti, che nell’anno scolastico 2017/2018 l’abbandono precoce degli studi in Italia è addirittura aumentato dello 0,7% su media nazionale rispetto all’anno precedente: ben il 14,5% dei ragazzi tra 15 e i 24 anni risulta in possesso della sola licenza media.

Un dato in crescita, con una forbice che va da un tasso di dispersione dell’11,7% nel Nord-Ovest al 18,5% nel Sud del Paese, e che ci porta a essere il quarto paese per abbandoni precoci in Europa, dopo Malta, Spagna e Romania, ben al di sopra della media europea, vicina a quel 10% che Bruxelles ha posto come obiettivo da raggiungere nel 2020.

Il ministro: con la cultura si mangia bene

Sulla dispersione si è soffermato anche il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti partecipando Taranto alla cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico.

“I rapporti sull’infanzia e sulla devianza giovanile – ha detto – sono molto preoccupanti, sono parte di un trend che ha svalutato la scuola e la cultura per troppo tempo. Dobbiamo lottare contro la dispersione scolastica, garantendo formazione continua anche a quelli che non sono più giovani e fare in modo che nel giro di pochissimo tempo questo Paese segni una distanza significativa dalle esperienze passate”.

“Io – ha puntualizzato – sono convinto che con la cultura si mangi e si mangi anche bene, e che dobbiamo creare un’economia della conoscenza, una economia del capitale umano”.

Sostegno: dobbiamo agire

Il ministro si è soffermato anche sull’assistenza scolastica ai giovani con disabilità, sostenendo – come ha detto qualche giorno fa anche alla Tecnica della Scuola – che c’è “una situazione che mette l’Italia in imbarazzo. Noi abbiamo visto a settembre delle situazioni che non devono più ripetersi, cattedre scoperte, famiglie che non potevano lasciare i propri figli a scuola in sicurezza perché mancavano gli insegnanti di sostegno. Noi dobbiamo agire”.

“Una delle prime cose che ho fatto è stanziare un finanziamento per formare tutti gli operatori della scuola, non soltanto gli insegnanti di sostegno per un’inclusione vera nelle scuole”, ha concluso il titolare del Miur.

Alessandro Giuliani

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