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Povertà ed esclusione sociale: la nuova indagine di Eurobarometro

La povertà e l’esclusione non si ripercuotono soltanto sul benessere dei singoli individui e sulla loro capacità di svolgere un ruolo attivo nella società, ma pregiudicano anche lo sviluppo economico.

Questo è il quadro decisamente desolante che ci restituisce la nuova indagine Eurobarometro, presentata il 27 ottobre scorso dalla Commissione europea, avente per oggetto gli atteggiamenti dei cittadini europei riguardo alla povertà e all’esclusione sociale. L’indagine è stata condotta tra il 28 agosto e il 17 settembre 2009 su un numero complessivo di 27.000 cittadini di tutti gli Stati membri dell’UE, intervistati direttamente sulla base di una selezione casuale.
I risultati dell’indagine, presentata in vista dell’Anno europeo della lotta alla povertà e all’esclusione sociale che si celebrerà nel 2010, indicano che la maggior parte dei cittadini europei (ben il 73%) è consapevole delle problematiche della povertà e dell’esclusione sociale nella società odierna e desidera che sia maggiore l’impegno per affrontarla e combatterla.
Mentre la maggior parte degli intervistati ritiene che sia il proprio governo a doversi fare carico di tale responsabilità – ha affermato Vladimír Špidla, Commissario responsabile per gli Affari sociali -, tre quarti dei cittadini si attendono che anche l’UE svolga un ruolo importante in tal senso. L’imminente Anno europeo ci offre un’opportunità unica per porre al centro dell’attenzione in tutta l’UE la necessità di lottare contro la povertà.”
Mediamente, infatti, l’89% degli europei afferma che il loro governo dovrebbe adottare misure urgenti per affrontare la povertà ed il 53% dei cittadini ritiene che la responsabilità di combattere contro la povertà ricada essenzialmente sui governi nazionali. Anche se i cittadini europei non considerano che spetti all’Unione europea assumersi la responsabilità primaria della lotta contro la povertà, molti di essi considerano però importante il suo ruolo in tal senso.
Le principali cause della povertà sono ravvisate dagli intervistati negli alti tassi di disoccupazione (52%) e nei salari inadeguati (49%), nonché nelle prestazioni sociali e pensioni insufficienti (29%), unitamente al costo eccessivo di un alloggio dignitoso (26%).
Tra le motivazioni legate alla situazione personale ritenute alla base della povertà vi sono: la mancanza di istruzione, formazione o qualifiche (37%), la povertà “ereditata” (25%),oltre alla dipendenza da alcol e droga (23%).
Il 56% dei cittadini europei considera la disoccupazione un fattore determinante per il rischio povertà, mentre il 41% di essi ritiene che gli anziani siano i più vulnerabili e il 31% cita le persone con basso livello di istruzione tra coloro che sono maggiormente esposti.
L’87% degli intervistati ritiene che la povertà riduca fortemente le opportunità di ottenere un alloggio decente, otto su dieci considerano l’indigenza un forte limite all’accesso all’istruzione superiore o all’istruzione degli adulti, il 74% pensa che essa in qualche modo pregiudichi le possibilità di trovare un’occupazione, circa il 60% dei cittadini europei è d’avviso che la povertà rappresenti un ostacolo all’accesso a un’istruzione scolastica di base e il 54% ritiene che la capacità di mantenere una cerchia di amicizie e conoscenze sia limitata dalla povertà.

Sulla base dei risultati dell’indagine, l’UE ribadisce l’importanza della responsabilità collettiva nella lotta contro la povertà e quindi la necessità di coinvolgere i decisori politici e gli attori del settore pubblico e privato. L’Anno europeo della lotta alla povertà e all’esclusione sociale 2010 sarà anche un modo per dar voce a tutte le persone che quotidianamente si vedono costrette a lottare contro l’indigenza.

Lara La Gatta

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