Una interessante lettera inviata dai sindaci calabresi di Africo, Careri, Platì e San Luca ( della zona della locride) al Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, tocca il tema drammatico della povertà educativa in alcuni territori della Calabria. In sostanza questa lettera è una vera e propria testimonianza di una questione meridionale che ristagna soprattutto in alcune aree dell’Italia del sud e in particolare proprio nei comuni di questi sindaci della provincia di Reggio Calabria.
Egr. sig. Ministro,
scrivono i sindaci dei comuni di Africo, Careri, Platì e San Luca che lei conosce bene in quanto capofila di ogni malessere sociale, dalla disaffezione al diritto di voto (meno di un elettore su tre esercita questo diritto), alla evasione ed elusione scolastica, alla micro e macrocriminalità, alla massima povertà educativa, alla carenza/assenza di ogni struttura ricreativa, sportiva, associativa etc.
Molti attribuiscono questo male di vivere e queste dolorose ferite sociali a decenni di latitanza dello stato, cioè alle politiche di assistenzialismo, clientelismo e lassismo in comune con molte aree del mezzogiorno. Certamente sono dipese anche da scarsa coscienza comunitaria delle popolazioni di questa area interna aspromontana, dalla incapacità di individuare gruppi dirigenti che si contrapponessero a dette politiche assistenziali e clientelari, da una antica tradizione di relazioni violente e criminali che si sono organizzate nelle ‘ndrine. Le quali ultime nel traffico degli stupefacenti hanno acquisito un tale potere da contrapporsi allo Stato.
Questi sindaci, che si sono caratterizzati per programmi di legalità e buona amministrazione, da alcuni mesi, hanno iniziato un comune percorso di antimafia legato a specifici progetti che fanno perno su una scuola qualificata e realmente formativa, con edifici e strutture didattiche moderni quanto quelle del Nord ricco e sviluppato, la quale oltre a togliere i ragazzi dalla strada possa fornire loro motivazioni e competenze culturali e il convincimento che cambiare si può nella direzione di costruirsi con le proprie abilità un futuro di ricchezza economica e culturale. I teneri agnelli che oggi frequentano i banchi scolastici non devono diventare i lupi di domani: l’antidoto è una scuola veramente moderna e strutturalmente attrezzata.
L’altra gamba delle proposte dei sindaci sono certamente progetti di lavoro e lotta alla disoccupazione. Il passato politico ha lasciato, concretamente visibili, incompiutezza di strade, gallerie senza sbocco, ponti sospesi sulle fiumare, agricoltura senza infrastrutture e nemmeno l’ombra di tessuto industriale. Anche il lavoro toglie giovani e meno giovani dalla strada, anche il lavoro prosciuga la palude delle ‘ndrine, anche il lavoro libera dalla sudditanza al boss locale ed alla tentazione di provare i viaggi come corrieri della droga. (Cenniamo che il lavoro in comune dei sindaci ha comportato la messa a punto di progetti CIS del PNRR citati come tra I più validi tra cui quello che dovrà trasformare i tunnel criminali di Platì in galleria d’arte, cioè trasformando l’orrendo degrado in bellezza).
Abbiamo notato con soddisfazione che di queste latitanze dello Stato con ponti sospesi sulle fiumare e strade borboniche ha recentemente protestato il suo collega Ministro Guido Crosetto, il quale (presto affiancato dal Generale dei carabinieri Pietro Salsano) ha anche parlato di scuola. Ne ha parlato bene, con le nostre stesse proposte, che di seguito formalizziamo, in deroga alle attuali normative, ma che sono l’unico modo per non far diventare i nostri giovani agnelli in futuri feroci lupi.
Pertanto, e con queste premesse e con queste speranze aiutate da così importanti affiancamenti del Ministro Crosetto e del Generale Salsano, siamo al dunque di parlare con lei di scuola, dura e severa. A lei chiediamo un incontro in tempi molto brevi perché si possa arrivare a risolvere i problemi che mettiamo all’ordine del giorno prima dell’inizio del prossimo anno scolastico.
Con lei vogliamo parlare di povertà scolastica, perché è importante superare l’effettivo gap educativo dei nostri giovani così impietosamente certificato dalle prove Invalsi. I nostri ragazzi, attualmente in grave carenza di contenuti didattici e di apprendimento devono recuperare il gap appena cennato ( abbiamo detto i nostri giovani come i giovani di Pordenone).
Un progetto contro la povertà educativa pensiamo possa essere affidato all’Università Mediterranea di Reggio Calabria ed all’Università della Ricerca della Memoria e dell’Impegno UniRiMI. Il progetto, con psicologi, assistenti sociali e docenti di varie discipline dovrà, in orari extracurriculari, integrare le carenze e superarle soprattutto nella lingua italiana, nelle lingue straniere e nelle discipline scientifiche. Per le lingue straniere pensiamo possano essere previsti scambi all’estero non solo per imparare la lingua ma per imparare che esistono modelli di vita diversi, legali e ricchi di promesse e di futuro. Con gli occhi si impara.
Le nostre strutture scolastiche, i mezzi di trasporto, gli ambienti per le mense, le palestre, le aule informatiche spesso sono assenti e fatiscenti (e ce ne vergogniamo) e gli alunni ammassati in ambienti promiscui.
Ci rivolgiamo con fiducia perché confortati dal sostegno del Presidente della nostra Giunta Regionale, on. Roberto Occhiuto, il quale ha preso in grande considerazione alcune problematiche dei nostri territori, e della Vice-presidente con delega alla Pubblica Istruzione, dottoressa Giusi Princi, che sappiamo impegnata ad affrontare e risolvere i problemi di povertà educativa dei nostri giovani.
Signor Ministro, Africo, Careri, Platì e San Luca hanno diritto, anche più che altri, a scuole lucide e brillanti, perché i nostri studenti restino agnelli e diventino competenti artigiani, stimati professionisti, dottori e professori e non lupi. Con pochissimi millesimi dei soldi che si vogliono spendere per riparare i danni della recente alluvione della Romagna, noi vogliamo arginare e battere le ‘ndrine nel nostro territorio.
In ultimo, ma non per ultimo, tutti i comuni hanno assoluto bisogno di un dirigente scolastico a tempo pieno in deroga ad ogni norma, perché solo la presenza di una tale figura può assicurare controllo del lavoro, progettazione di attività e attribuzione del merito, cose queste che sono garanzia perché l’attività scolastica funzioni e si colmi la povertà educativa che attualmente è il male maggiore della gioventù di questi territori aspromontani.
Con rispetto e fiducia
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