A mettere sull’avviso è Selvaggia Lucarelli che in un articolo sul Fatto Quotidiano commenta gli strafalcioni che la società incaricata di tradurre nelle lingue europee l’ormai famoso messaggio pubblicitario voluto dalla ministra Santanchè, “Open to meraviglia”, ha commesso e senza prendersi nemmeno la briga di verificare.
Strafalcioni singolari, da non credere, fuori da qualunque logica, ma che dimostrano il pressapochismo di chi organizza tanta pubblicità per veicolare l’immagine della migliore Italia per il mondo intero.
La giornalista e influencer precisa subito che “Il sito ufficiale della campagna www.italia.it è tradotto in varie lingue per i turisti da tutto il mondo. O meglio, quasi, perché per ragioni inspiegabili ci sono le traduzioni in inglese, spagnolo, tedesco ma non c’è il francese”: ha un conto aperto Meloni con Macron?
In ogni caso, il ministero avrebbe affidato la traduzione dei testi alla società Almawave, “leader nell’intelligenza artificiale” che dovrebbe fornire “un servizio di traduzione automatizzata di notizie e informazioni pubblicate sul portale del Ministero del Turismo con servizi professionali per garantirne la massima qualità”.
E proprio qui sta l’inghippo, scrive Lucarelli, perché la traduzione in tedesco è incredibile, perché i nomi “di alcuni paesi e città italiani sono stati tradotti dall’intelligenza artificiale come fossero nomi comuni.
“Quindi abbiamo la pagina su Brindisi che diventa la pagina sulla città di “Toast” (che vuol dire brindisi in tedesco, ma il brindisi che si fa col vino), oppure Fermo, la città delle Marche, che diventa “Stillstand“, che significa “fermo” nel senso di “arresto” o fermata. Ma anche la città di Prato che diventa “Rasen”, che è appunto il prato verde, Cento che diventa “Hundert”, ovvero “centinaio”, la calabrese Scalea che è tradotta come “Treppe”, cioè “scala” e molto altro. Il premio alla traduzione più esilarante però va a alla cittadina marchigiana Camerino che nella traduzione tedesca diventa un meraviglioso “GARDEROBE”, cioè camerino/guardaroba”.
Ma c’è poco da ridere, scrive ancora Lucarelli, “Il sito e i suoi contenuti fanno infatti parte del progetto per il Tourism Digital Hub, finanziato dal PNRR, per 114 milioni di euro, per sviluppare digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo”.
E se Lucarelli precisa che la traduzione sarebbe stato meglio affidarla a “qualche bravo traduttore italiano” con una spesa di un centinaio di euro, a noi piace pensare a una scuola, a un Istituto turistico o a una scuola per interpreti che l’avrebbero realizzata gratis e soprattutto senza tante assurdità “geografiche”.
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