In alcuni istituti il numero delle cattedre disponibili è inferiore a quello degli alunni con disabilità grave (ricadenti sotto la disciplina del comma tre dell’articolo tre della legge 104/92) che per norma, più volte confermata in sede giudiziaria, avrebbero diritto a un rapporto 1:1, impegnando quindi un’intera cattedra. Per quanto riguarda gli altri casi (ricadenti sotto la disciplina del comma 1) è chiaro che si va verso l’esclusione totale dal diritto all’insegnamento di sostegno o verso l’assegnazione di dotazioni di ore assolutamente ridicole, del tutto inefficaci sul piano didattico.
Tutto questo avviene nonostante che in tutto il paese si siano moltiplicate, in questi anni, le sentenze di condanna del Ministero dell’Istruzione per la negazione del diritto all’ insegnamento di sostegno. Siamo di fronte quindi a cinico calcolo che punta sulla rassegnazione di un gran numero di famiglie, che vivendo una condizione umana e sociale difficilissima, non sempre assumono la decisione di affrontare un’azione legale per far rispettare i propri diritti.
D’altro questi numeri sono un altro colpo all’ occupazione del sistema dell’istruzione della nostra provincia, in particolare per quel che riguarda il mondo del precariato, a ulteriore dimostrazione, dopo le polemiche estive sull’ emigrazione degli insegnanti meridionali, che siamo di fronte non a scelte “oggettive” ma alla cosciente distruzione del sistema scolastico nella nostra come in altre aree del sud.
E’ necessario agire sul piano politico, sociale e legale contro questa vergogna. La denuncia dei dati reali, la ripresa della mobilitazione del mondo della scuola, il sostegno alle famiglie perché facciano valere, i propri diritti sono i compiti dei prossimi giorni per chi ha a cuore la difesa dell’istruzione pubblica e il principio di civiltà rappresentato dall’ integrazione delle persone con disabilità-ha concluso Cangemi.
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