Si è conclusa nella notte fra il 17 e il 18 ottobre la storia infinita del contratto dei dirigenti scolastici.
"Abbiamo firmato per senso di responsabilità nei confronti della categoria che non poteva restare ancora senza contratto", dichiarano i vertici dell’Associazione Nazionale Presidi che aggiungono: "Consideriamo i contenuti economici del presente accordo come una prima acquisizione rispetto ad un credito che rimane tuttora aperto", facendo intendere che la questione dell’allineamento agli stipendi della I area dirigenziale non è per nulla chiusa.
A conti fatti ogni dirigente scolastico avrà un aumento medio di poco inferiore a 1.900.000 lire lorde (in pratica poco più di un milione netto); secondo i calcoli dell’Anp si tratta di una cifra superiore di 285.000 lire nette rispetto a quella proposta dal precedente Governo e che i sindacali confederali sembravano disposti ad accettare.
Commento positivo anche della Cislscuola che sottolinea come si tratta di "un buon risultato che è stato possibile raggiungere per la determinazione con la quale abbiamo chiesto ed ottenuto la riapertura del tavolo contrattuale, contro i tentativi di ostruzionismo e di rinvio".
Di diverso avviso è la Cgilscuola secondo la quale "il contratto si è chiuso con le stesse risorse stanziate dal precedente Governo".
"Per questo motivo – dichiara il segretario nazionale Enrico Panini – non possiamo che esprimere tutto il nostro profondo rammarico perché si sono persi inutilmente 7 mesi".
E così neppure dopo la chiusura della trattativa la guerra fra Cgil e Anp conosce tregue: "Occorre ricordare – prosegue infatti il leader sindacale – che le trattative, sospese dal 7 maggio, sono riprese nei primi giorni di ottobre solo dopo che sindacati confederali e Snals avevano proclamato uno sciopero della categoria".
Con l’accesso ai ruoli della dirigenza, cambia per presidi e direttori il regime contrattuale complessivo; l’intesa siglata precisa infatti che ai dirigenti scolastici viene conferito un incarico a termine che definisce natura, oggetto, programmi da realizzare e obiettivi, tempi e risorse; la durata degli incarichi non potrà essere inferiore a due anni e superiore a sette.
Inoltre i dirigenti scolastici, a differenza del preside o direttore didattico, non ha più titolarità di sede.
Ed è proprio sulla parte normativa che il giudizio dello Snals è nettamente negativo, tanto che il sindacato di Fedele Ricciato non ha sottoscritto le pre-intesa.