Categorie: Precari

Precari, a Milano il giudice del lavoro dà ragione all’Anief: i candidati trasferiti a “pettine”

Ancora una sentenza che rischia di mettere a repentaglio il contenuto delle già non floride casse del ministero dell’Istruzione. Stavolta ad emetterla è stato il tribunale del lavoro di Milano, che chiude nel merito la vertenza iniziata dai ricorrenti dell’Anief nel 2009 al Tar Lazio, confermando l’inserimento a “pettine” dei precari che avevano chiesto di essere trasferiti su altra provincia e respingendo, di conseguenza, il sistema delle “code” introdotto nel 2007 dall’ex ministro Giuseppe Fioroni.
Il concetto che i giudici del lavoro hanno ribadito è stato quello di tutelare la parità di trattamento tra tutti gli oltre 200mila presenti nelle graduatorie ad esaurimento: una posizione, del resto, già espressa dai giudici costituzionali, attraverso la sentenza n. 41/2011.
La sentenza di Milano, però, appare di maggior importanza: potrebbe infatti ora orientare le tante altre che migliaia di precari della scuola attendono con ansia. Sia per puntare all’assunzione, sia per percepire indennizzi tutt’altro che figurativi.
Canta vittoria, naturalmente, Marcello Pacifico, il presidente nazionale dell’Anief. “Finalmente – dice il leader del sindacato degli educatori in formazione – si chiude una pagina giuridica già vinta diversi anni orsono: dopo la recente conferma dei provvedimenti cautelari e commissariali avvenuta in quasi tutte le corti territoriali, negli scorsi mesi, in tema di inserimento a pettine dei ricorrenti per via della riassunzione dei processi avviati tempo addietro, vi è la prima sentenza di merito, emanata in tempi record e tanto attesa dal Miur da fargli accantonare 1.500 circa posti riservati alle immissioni in ruolo nella scorsa estate, su richiesta di sindacalisti e politici”.
L’Anief aveva ribadito questa posizione, anche di recente, al sottosegretario all’Istruzione, Elena Ugolini, durante un recente incontro informale: “di fronte a una volontà chiara del legislatore, ad articoli tanto espliciti della Costituzione, a una giurisprudenza così evidente – ha sottolineato il presidente Anief – era e rimane auspicabile un’azione conciliativa dell’amministrazione tesa a risolvere subito il contenzioso”. Cosa accadrà ora? Pacifico si rivolge al capo dipartimento per l’istruzione, Lucrezia Stellacci, chiedendogli “di prendere atto della decisione dei giudici e di evitare nuove condanne per risarcire spese legali o presunti danni che pesano sempre, purtroppo, nelle sole tasche dei cittadini”. Ora la “palla” passa al capo dipartimento. Che assieme al ministro Profumo dovrà decidere se fermare tutto o andare avanti con le sentenze.
Alessandro Giuliani

Articoli recenti

Il mercato dell’istruzione: il bonus alle scuole private è ideologia

Il bonus da 1.500 euro per genitori che vogliono iscrivere i figli alle scuole paritarie,…

20/11/2024

2 milioni di bambini in Italia soffrono di disturbi mentali

Circa 2 milioni di ragazzi italiani di età compresa tra i 10 e i 20…

20/11/2024

Ma (a che) serve l’IA nella scuola?

Ascolta subito la nuova puntata della rubrica “Educazione in Evoluzione” tenuta da Matteo Borri dal titolo: “Ma (a che) serve…

20/11/2024

Studenti-teppisti fotografano la terga dell’auto dei loro prof: l’obiettivo è accanirsi sulla carrozzeria? Parla la preside del liceo Salvemini di Bari

Vendicarsi con i docenti, considerati troppo severi, fotografando la targa della loro auto per poi…

20/11/2024

Da manager docente precario, immesso in ruolo a 63 anni dopo un decennio di supplenze: un caso non raro

Da qualche anno, soprattutto dopo la pandemia da Covid, assistiamo ad una crescita di casi…

20/11/2024

Autonomia differenziata: la bocciatura della Corte costituzionale

La Corte Costituzionale ha bocciato ben sette punti nevralgici della legge sull’autonomia differenziata tra cui…

19/11/2024