Precari a “pettine”, il Tar ne autorizza altri 7.000
Un altro round a favore dell’Anief. Dopo quasi un mese dalla prima decisione del Tar del Lazio di disporre il “commissariamento ad acta” del Miur qualora i docenti precari non vengano inseriti nelle graduatorie a “pettine” anziché con il sistema delle “code”, introdotto per la prima volta nell’aprile scorso, lo stesso Tar laziale ribadisce l’interpretazione avviando ulteriori 13 procedure di commissariamento nei confronti del ministero dell’Istruzione. E se nel primo caso a beneficiare dell’ordinanza erano stati solo 300 ricorrenti, stavolta – con le ordinanze n. 5140, 5150, 5177 e 5178 del 6 novembre – l’obbligo di inserimento in base al punteggio effettivamente maturato, senza alcuna riserva, riguarda tutti gli iscritti al giovane sindacati: ben 7.000 precari.
Il parere dei giudici del Tar, che costerà al Miur anche il pagamento, per le spese di “lite”, della non indifferente cifra di 65.000 euro, è analogo al primo: vanno inseriti con il punteggio maturato e qualora viale Trastevere non ottemperi allo spostamento dei precari dalla coda alla posizione di effettiva appartenenza, sulla base del punteggio reale, tra un mese la questione verrà presa in consegna da un commissario.
Nel frattempo, però, sarà ormai approvato il dl 134/09, con il quale il Governo, poiché una legge ha una valenza superiore ad una sentenza, avrà reso inefficace la sentenza attraverso l’approvazione del comma 4bis all’articolo 1.
“Peccatoche nel collocare in coda i docenti inseriti in altre province per il biennio 2009-2011 – commenta polemicamente Marcello Pacifico, presidente dell’Anief – il Miur abbia disposto esattamente l’opposto: è chiaro che il legislatore continua ad autorizzare il trasferimento all’atto dell’aggiornamento delle graduatorie e a pettine come la legge 143/2004 impone. Allora perché nel 2009, il ministro ha impedito il trasferimento?”. Secondo il leader del sindacato che difende i sissini quella presa dal Ministero è una posizione priva di logica: “È evidente – prosegue – che una norma, apparentemente incoerente, tesa a soltanto a bloccare le corrette decisioni dei giudici riguardanti le vigenti graduatorie sarebbe non conforme ai più elementari principi costituzionali (art. 1, 51, 97), porrebbe un conflitto tra poteri dello Stato e creerebbe un ulteriore contenzioso destinato soltanto a pesare sulle tasche dei contribuenti, proprio mentre si tagliano le cattedre per risparmiare gli sprechi”.
Nel frattempo, dal 9 novembre i primi 300 ricorrenti saranno inseriti a pettine dal commissario ad acta nelle graduatorie di tutte le province italiane. Ma solo per pochi giorni. Visto che entro fine mese dovrebbe essere approvato il decreto salva-precari.
Il tema delle graduatorie, assieme a quello del trattamento dei precari al pari del personale di ruolo (“come una direttiva del 1999 dell’Europa ci impone”), dell’assunzione dei precari su tutti i posti vacanti e dello sblocco di 4.000 concorsi per ricercatore a tempo indeterminato promessi, sarà alla base dello sciopero che l’Anief ha confermato, per tutti i docenti delle scuole di ogni ordine e grado, per lunedì9 novembre: si tratta dell’astensione dal servizio richiesta dal sindacato inizialmente per lo scorso 20 ottobre, in occasione della manifestazione davanti al Miur. Ma che per motivi “tecnici”, derivanti dai rigidi regolamenti che disciplinano gli scioperi, è slittata di 20 giorni.