In Parlamento, a breve si lavorerà per fare assumere in ruolo, anche in Italia, tutti i docenti abilitati che hanno svolto almeno tre anni di servizio su posto vacante: è più di un’intenzione, perché a settembre verrà presentato un disegno di legge che avrà una corsia preferenziale, visto che a presentarlo sarà il senatore Mario Pittoni, responsabile Scuola della Lega, che a Palazzo Madama ha un ruolo preminente nell’ambito scolastico poichè nominato presidente della VII Commissione.
La norma, da tempo indicata dall’UE ma in Italia mai presa davvero in considerazione, rappresenterebbe per l’Italia un passaggio storico. Che supererebbe anche l’attuale possibilità del reinserimento in GaE, approvato in prima lettura al Senato, con il “milleproroghe”, ma che per bocca dello stesso Pittoni non supererà l’esame della Camera poiché frutto di uno scambio di emendamento in fase di votazione nell’Aula di Palazzo Madama.
“Sto lavorando con una serie di interventi per smontare pezzo per pezzo le criticità più pensanti contenute nella Buona scuola, come previsto dal programma di governo, con una serie di disegni di legge che smonteranno i pezzi più critici di quanto fatto nel precedente governo”, ha detto il responsabile Scuola della Lega a colloquio con l’agenzia Ansa.
“Il primo provvedimento che calendarizzeremo alla ripresa – ha sottolineato Pittoni – sarà il ribaltamento dell’interpretazione che è stata data alla normativa europea per la stabilizzazione delle persone che hanno maturato un certo numero di anni nella scuola con contratti a tempo determinato”.
C’è, tuttavia, un passaggio importante del disegno di legge, che proprio perché in linea con la posizione presa da Bruxelles su tali questioni, prevede l’assunzione automatica a tempo indeterminato solo qualora il precario abbia svolto le supplenze su posto vacante e disponibile. Si tratta di un cavillo non di poco conto, perché vengono tagliati fuori da tale possibile prossima norma, tutti i servizi svolti come supplenza ‘breve’ oppure su personale impegnato in altre mansioni o distaccati, su maternità ed in tutti i casi in cui vi sia un titolare del posto da sostituire.
Per il resto l’impronta che si darà al ddl sarà in linea con quanto indicato da tempo dall’Ue: “chi ha già svolto tre anni a tempo determinato al 31 agosto – spiega il senatore leghista – verrà inserito in un percorso che possa portare alla stabilizzazione. Il comma 181 della Buona scuola infatti colpisce chi ha lavorato per tre anni con contratti a tempo determinato”.
Dopo avere confermato di avere già depositato il dispositivo per sopprimere definitivamente la chiamata diretta, introdotta sempre dalla Legge 107 del 2015, Pittoni si sofferma su un concetto che ribalta quanto fatto dalla Buona Scuola con l’applicazione dell’algoritmo di assegnazione delle cattedre con il piano straordinario di assunzione attuato nel 2016.
“La nostra idea guida – ha spiato Pittoni – è portare le persone più vicino possibile al luogo in cui hanno affetti e interessi; portarli lontano è un costo per lo stato e per le famiglie e un danno per i ragazzi. Presenteremo nel tempo una serie di disegni di legge per rimediare ai danni degli ultimi anni”.
Insomma, se il ddl Pittoni dovesse andare in porto, cambierebbe la filosofia con cui da decenni si approccia nel 90% dei casi l’insegnamento in Italia: basta con i viaggi della speranza, che costringono decine di migliaia di docenti l’anno a spostarsi, quasi sempre da Sud a Nord, per poi sperare di riavvicinarsi il prima possibile.
Lo spostamento, di certo, continuerà ad esserci, vista la penuria di posti al Meridione e l’alto numero di candidati da Roma in giù: con la differenza, però, che chi si sposterà, lo dovrà fare con consapevolezza, ovvero avendo già da tempo un domicilio professionale nella regione o provincia dove deciderà di prendere servizio. E da dove non cercherà più di “scappare” via il prima possibile.
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