Non sarà facile convincere il Governo a procedere anche all’assunzione dei docenti precari abilitati direttamente da graduatoria d’istituto. Lo hanno compreso anche il sindacati Flc-Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola, al termine del sit-in di protesta tenuto il 17 febbraio davanti al Miur per ildiritto alla stabilizzazionedi tutti i precari della scuola.
Assieme ai sindacalisti Confederali, sulla scalinata del palazzo bianco del Miur c’era una banda musicale, alcuni “Quota 96″ e alcune centinaia di lavoratori. Come prassi, in queste occasioni, i manifestanti hanno chiesto di essere ricevuti dai dirigenti del Miur, l’ex capo dipartimento Luciano Chiappetta e Rocco Pinneri, vice capo di gabinetto. Ma abbiamo “dovuto attendere a lungo prima di essere” ricevuti, ha spiegato la Flc-Cgil. “Il perché è stato chiaro nell’incontro che si è svolto alla presenza del dottor Pinneri e del dottor Chiappetta. A una decina di giorni dall’emanazione di provvedimenti per la Scuola che dovrebbero riguardare soprattutto le stabilizzazioni – continua il sindacato – , ilGoverno è ancora in alto mare, isolato dal Parlamento e dal sindacato, chiuso quindi ai processi democratici di confronto. Infattinessuna risposta concretaè stata data alle numerose domande poste dalla delegazione. Si tratta di un risultato analogo, se non peggiore, di quello dell’incontro con il Ministro del 16 febbraio”.
Durante l’incontro, tutt’altro che risolutivo, la Flc-Cgil ha fatto alcune richieste, alcune delle quali faranno forse discutere. Se, infatti, c’è consenso pressoché totale sull’esigenza di avviare una vera “interlocuzionetra amministrazione e sindacati per fotografare insieme larealtà del precariato della scuolae individuare le soluzioni pergarantire il lavoroa quanti oggi, a vario titolo, lo attendono”, potrebbe non trovare tutti d’accordo la richiesta di bloccare il concorso per nuovi docenti “che oggi rischia di espellere dalla scuola chi ne ha garantito il funzionamento in questi anni con regolari contratti, sottoscritti dall’Amministrazione”.
Forti critiche sono arrivate anche dalla Cisl Scuola, che ha ricordato l’ingenuo ottimismo dimostrato dal Governo quando ha asserito che svuotare le GaE avrebbe risolto il problema del precariato nella scuola: basta ricordare, invece, che “sono decine di migliaia i precari oggi al lavoro nella scuola, ma non inseriti nelle GAE. E bastava del resto fare pochi conti per vedere che essi sono addirittura la maggioranza dei docenti con contratto a tempo determinato”.
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Anche il sindacato guidato da Francesco Scrima ha avuto la netta impressione che “dall’incontro fra una delegazione dei precari e i rappresentanti del Miur” tutte le difficoltà “comincino ad essere prese in seria considerazione anche dall’Amministrazione. I rappresentanti del Miur, nelle loro dichiarazioni, sono apparsi consapevoli della fondatezza delle nostre obiezioni e della necessità di trovare correttivi a un’operazione che potrebbe innescare un enorme contenzioso, se quanti ne hanno pieno diritto si vedessero esclusi da una stabilizzazione del loro rapporto di lavoro”. L’avvertimento della Cisl è chiaro: per lo Stato, assumere anche dalla seconda fascia d’Istituto potrebbe rivelarsi addirittura conveniente.
Per la Uil Scuola era presente Pasquale Proietti (nella foto), in rappresentanza delle segreteria nazionale: il sindacalista ha ricordato che “il piano di assunzioni deve riguardare” tutto il personale abilitato, perchè “quando si parla di nomine in ruolo non si può far finta di non sapere che esistono migliaia di docenti abilitati, non inseriti nelle GAE, che hanno fatto funzionare e stanno facendo funzionare la scuola italiana”.
Cosa accadrà ora? Fino alla presentazione del primo dei due decreti di riforma probabilmente nulla, poi è probabile che i sindacati tornino all’attacco. E, probabilmente, non si limiteranno al sit-in.
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