Sta ricevendo adesioni anche dal mondo della scuola l’iniziativa anti-Governo avviata dai precari che confluirà nelle manifestazioni di piazza di sabato 9 aprile: partita in sordina via internet, per volontà di un gruppo di giovani particolarmente agguerriti contro la politica di ‘razionalizzazione’, la protesta ha presto ricevuto il sostegno di diverse associazioni, ad iniziare da Articolo 21 e il Popolo Viola, e noti intellettuali e studiosi, come Luciano Gallino e Margherita Hack. Chiederanno al Governo di adottare una seria politica di investimenti nella cultura e nella ricerca, per combattere il precariato e l’eccessiva flessibilità che negli ultimi anni sta investendo il mondo del lavoro, in particolare i contratti proposti ai giovani. Basti pensare che in media ad un neo-laureato vengono offerti 800-900 euro al mese.
Alle manifestazioni, che si svolgeranno in diverse città, parteciperanno diversi personaggi della cultura e dello spettacolo: gli stessi che il 26, 27 e 28 marzo sosteranno la protesta teatri, cinema e musei, per sensibilizzare cittadini, l’opinione pubblica e i rappresentanti politici e istituzionali sulla crisi della cultura e dello spettacolo, aggravata dai forti tagli al settore attuati nell’ultimo triennio.
Rivendicazioni non troppo distanti da quelle portate avanti dai precari, impegnati nella contestazione del 9 aprile. Nelle ultime ore è giunto anche il sostegno dei partiti politici: “La mobilitazione dei precari, lanciata in Rete, è l`ennesimo segnale – ha detto il presidente dell`Italia dei Valori, Antonio Di Pietro – di un malcontento generale e di un dramma insostenibile soprattutto per le nuove generazioni. E`scandaloso che il 30% dei giovani sia disoccupato e che ottocentomila ragazzi del meridione, negli ultimi otto anni, siano stati costretti ad abbandonare le loro regioni e il nostro Paese per mancanza di sbocchi professionali. Nella scuola sono stati tagliati più di 100 mila posti in due anni, tra docenti e Ats, e circa 30 mila incarichi salteranno il prossimo anno”, ha concluso Di Pietro.
All’iniziativa del 9 aprile ci saranno non solo le associazioni in difesa dei precari, ma anche tanti studenti. Secondo l’Unione degli studenti “i tagli al diritto allo studio e all’edilizia scolastica hanno la stessa origine dei processi di privatizzazione dei saperi e dei beni comuni. Così come il voto di condotta e i provvedimenti contro chi occupa rispondono alla stessa esigenza di repressione del dissenso degli operai. Vogliono costruire un esercito di precari. Noi rispondiamo che non ci avranno mai e che ci riprendiamo le nostre vite partendo da adesso”. Parole simili giungono dalla Rete degli studenti: “vogliamo poter contare ora e subito, vogliamo imporre al Paese il dramma di più generazioni per cui ormai la precarietà si è fatta vita, dimensione esistenziale”. Dura anche l’Unione degli universitari: “viviamo tutti il dramma di questa Italia, che scarta e umilia i giovani distruggendo le scuole e le università e facendo aumentare continuamente il tasso di disoccupazione giovanile”. Gli studenti hanno annunciato anche l’adesione allo sciopero generale del 6 maggio indetto dalla Cgil.