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Precari, arrivano le guide per non perdere la “bussola”

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Un supporto informativo per orientare i precari della scuola, dell’università e degli enti di ricerca: a realizzarlo, attraverso due mini-guide pratiche, della collana ‘libriccini’, sono le ‘Edizioni Conoscenza’. I due testi – ‘I precari nell’università e nella ricerca. Piccola guida per orientarsi nella giungla dei contratti’, di Francesco Sinopoli e Giuseppe Benincasa, 128 pagine, e ‘Guida per i supplenti della scuola statale’, di Corrado Colangelo, 80 pagine – intendono costituire una sorta di “bussola”: in ambito universitario, dove vi sono quasi 50.000 docenti, ricercatori, assistenti, tecnici e amministrativi precari, per conoscere diritti e doveri e, soprattutto, per difendersi’ dalla ‘giungla’ delle numerose tipologie contrattuali”; in quello scolastico, dove nelle graduatorie provinciali (esaurimento e permanenti) risiedono in oltre 300mila, tra docenti e Ata, per dare indicazioni e consigli su come districarsi tra graduatorie, nomine, posti vacanti e ricorsi.
Secondo la Flc-Cgil, le due guide possono risultare particolarmente utili ai tanti lavoratori che per forza di cose si trovano ad essere precari: da condizione transitoria – sostiene l’organizzazione dei lavoratori della conoscenza – rischia di diventare la forma di lavoro più diffusa e più stabile in tutti i settori pubblici e in particolare in quelli della conoscenza. Una quota di precariato – continua l’organizzazione sindacale – sarebbe fisiologica in tutti i settori di lavoro, legata alla stagionalità o ai progetti a termine. Il problema italiano è che la quantità di precariato è diventata patologica, soprattutto perché è figlia dei tagli finanziari. Nei settori della conoscenza non ci sono riforme o riordini, non c’è politica, ci sono tagli e solo tagli”.
Per il sindacato guidato da Pantaleo gli strumenti principali per combattere il ricorso al precariato si trovano nei contratti collettivi“, ma purtroppo “il Governo sta tentando di spuntare anche quest’arma. A preoccupare maggiormente, per le dimensioni del fenomeno, è la scuola, dove “i supplenti, quelli che ogni anno aspettano una nomina: molti di loro sono andati in pensione da precari, moltissimi stanno agognando da 20 o 30 anni il sospirato ‘ruolo’, ce ne sono altrettanti che passano l’estate sperando che la cattedra non sia stata cancellata.