Mentre i sindacati di base preparano gli scioperi di gennaio e i sindacati rappresentativi sono al lavoro per dare avvio alla campagna elettorale per il rinnovo delle RSU nelle scuole di tutta Italia, il movimento dei precari organizza per il prossimo 15 gennaio una assemblea nazionale per contestare le proposte annunciate dal ministro Francesco Profumo.
Il Governo – accusano i precari – ha deciso di alzare l’età pensionabile, ma ha iniziato anche una campagna propagandistica indirizzata ai “giovani”, a cui viene promesso qualcosa che non c’è e su cui non si sta investendo e cioè i posti nella scuola.
“Per il Governo – sostengono i precari – è anziano un precario trentacinquenne, mentre i sessantacinquenni sono giovani abbastanza per continuare a lavorare. Rimangono infatti gli effetti dei tagli e della riforma Gelmini, la scuola è allo stremo, e si bandisce il concorso! Tutto questo senza tenere in alcun conto quanti sono già nelle graduatorie e nella scuola da anni, la cui unica anzianità è quella di precarietà e servizio”.
I precari parlano anzi di una vera e propria “beffa” perché “a fronte dei tagli della riforma Gelmini e dell’innalzamento dell’età pensionabile non esistono cattedre disponibili per bandire un concorso!”
“Su quali posti lo si vorrebbe indire? – si chiedono ironicamente i precari – E perché? Per illudere quanti sperano di avere accesso alla professione?”
Oltretutto, sempre secondo il movimento dei precari, “il concorso, date le attuali condizioni, mette in discussione le abilitazioni variamente conseguite con prove selettive, che devono già di per sé dare accesso all’immissione in ruolo”.
Ma come si può uscire da questa situazione apparentemente senza via d’uscita ?
Il movimento dei precari una proposta ce l’ha: “L’unica via che consente ai precari e ai “giovani” un vero canale di accesso alla scuola è il suo rifinanziamento!”
Questo vorrebbe dire, in pratica, non solo bloccare da subito gli effetti delle disposizioni contenute nell’ormai ben noto art. 64 della legge 133 del 2008, ma addirittura ripristinare gran parte dei 130mila posti tagliati.
L’ipotesi appare non solo improbabile ma sostanzialmente impossibile.
Ciononostante i precari che si raduneranno a Roma fra una decina di giorni sperano di poter ottenere maggiore attenzione ai loro problemi da parte di un Ministro che, almeno a parole, si è dichiarato fin da subito disponibile ad ascoltare tutte le voci del mondo della scuola.
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