Ormai sta diventando una regola: dei problemi dei precari si occupano più i tribunali che la politica.
E’ da parecchio tempo, infatti, che quasi ogni settimana si parla di questa o quella sentenza che accoglie ricorsi di personale precario che ritiene in qualche modo di essere stato leso nei propri diritti.
Pochi giorni fa il Giudice del lavoro di Modena ha condannato l’Amministrazione scolastica ad un consistente risarcimento nei confronti di personale Ata che era stato nomimanto su posto vacante solo fino al 30 giugno e a cui quindi non era stata riconosciuta la possibilità di lavorare (e di riscuotere lo stipendio) anche durante i due mesi estivi.
La questione è di vecchia data e periodicamente i sindacati avevano chiesto all’Ufficio scolastico provinciale un confronto.
Nei mesi scorsi la Flc-Cgil aveva proposto anche un tentativo di conciliazione che però era stato rifiutato dalla Amministrazione.
Adesso più di 40 dipendenti, sostenuti proprio dalla Flc-Cgil, sono riusciti a spuntarla: il Giudice del Lavoro di Modena ha stabilito che i due mesi estivi non solo devono essere riconosciuti agli effetti giuridici ma devo essere anche retribuiti.
In pratica l’Amministrazione scolastica dovrà sborsare non meno di 100mila euro e pagare anche le spese processuali.
Ma il contenzioso continua, perché fra pochi giorni il Tribunale della città emiliana dovrà esaminare anche il ricorso di alcune decine di docenti precari.
Forse non sarebbe male se su questa complessa situazione la politica decidesse una volta per tutte di intervenire con un provvedimento di legge che fissi regole chiare e inequivocabili cercando magari di rispettare anche le direttive europee in modo da ridurre il contenzioso entro limiti fisiologici e accettabili.
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