“Tutto come previsto: la Camera ha bocciato la nostra mozione sulla stabilizzazione dei precari della PA. Meglio rimandare ancora, senza prendere impegni vincolanti. Meglio continuare a riempire l’aula di Montecitorio di parole vuote e prive di concretezza”: è delusa la deputata Silvia Chimienti, prima firmataria della mozione presentata nei giorni scorsi da Silvia Chimienti sulla stabilizzazione dei precari della PA, con particolare riferimento al comparto scuola.
Questo l’esito della votazione: 116 i voti favorevoli alla mozione, 342 i contrari. “Il Governo – ha continuato Chimienti – ci ha spiegato che, pur condividendo i nostri principi, non era questa la sede opportuna per risolvere il problema del precariato, che ha bisogno di riforme strutturali e non settoriali. Peccato che la nostra mozione fosse frutto di un lungo lavoro di studio e prevedesse impegni distinti per tutti i comparti della PA, non solo per la scuola”.
Il piano prevedeva da una parte specifici impegni per la graduale stabilizzazione di tutti i vincitori di concorso della pubblica amministrazione, ancora a tempo determinato, e dall’altra un piano quinquennale di immissione in ruolo per tutti i docenti che abbiano maturato o maturino i requisiti dell’abilitazione e delle tre annualità di servizio o, in alternativa, risultino vincitori di pubblico concorso. Stessa logica per il personale Ata inserito nelle graduatorie permanenti.
“Evidentemente per questo governo esistono due diverse ‘Unioni Europee’: quella dei vincoli finanziari, ossequiosamente rispettata e l’altra, sempre ignorata, che invece tutela i diritti dei lavoratori. Il neo-ministro Giannini ha dichiarato di non voler procedere a stabilizzazioni di massa. Noi del M5S diciamo invece basta alla precarizzazione di massa! Se la nostra mozione fosse stata approvata, avremmo potuto in un colpo solo tutelare i diritti dei lavoratori e contemporaneamente evitare al nostro paese l’umiliazione della sanzione milionaria che l’Europa si appresta a comminarci”, conclude la deputata, riferendosi a quanto dichiarato a caldo nella stessa giornata dalla Gilda e dal presidente Anief Marcello Pacifico.
La posizione dell’on. Chimienti è sostenuta da una nota congiunta dei deputati M5S. “Entro poco tempo la Corte di giustizia europea arriverà a sentenza e l’Italia sarà condannata a pagare una sanzione – aggiungono – perché le nostre norme non recepiscono la direttiva 70 del 1999 sul precariato. Siamo in procedura di infrazione e lo Stato rischia grosso con le decine di migliaia di ricorsi che potrebbero piovergli in testa all’indomani della sentenza Ue”.
I deputati M5S rincarano: “Il ministro Giannini, oggi in audizione, si è detta affranta per la condizione in cui versano i precari della scuola. Allora perché la maggioranza ha bocciato la nostra mozione? Sulla scuola volevamo un piano di 5 anni di immissione in ruolo dei precari che hanno superato il concorso e hanno abilitazione e tre annualità di servizio. Cosa impedisce di stabilizzare le persone?”.
Il Gruppo M5S Camera chiude: “Il ministro si è espressa contro le stabilizzazioni di massa? Il M5S invece dice con forza stop alla precarizzazione di massa che non ha abbattuto i costi, ha peggiorato i servizi e sta uccidendo le speranze dei giovani italiani”.