Continuiamo a parlare di docenti precari usati fino all’osso e gettati! È il momento di dire basta, di porre fine a questo logorante abuso.
La professione dell’insegnante è molto complessa, non serve aver imparato a memoria delle nozioni, completare correttamente un quiz o scrivere elenchi di UDA per sfoggiare abilità didattiche e metodologiche. L’esperienza pluriennale non viene proprio presa in considerazione! Si parla tanto di competenze ma ovviamente in modo teorico.
La pratica non serve? Per poter esercitare al meglio una professione non servono soltanto conoscenze, servono anche le abilità e gli atteggiamenti.
Siamo sicuri che questo sistema di reclutamento prenda in considerazione le competenze?
Siamo stanchi di subire svariate ingiustizie passivamente, siamo stanchi di essere considerati la “sottospecie” di una meravigliosa professione. Abbiamo letto e ascoltato critiche di ogni tipo rivolte ai docenti precari, IL NON agire e dire di non meglio precisati esperti del settore scolastico, di essere poco preparati e non in grado di superare una prova concorsuale.
Ci chiediamo, a questo punto, perché gli stessi docenti siano considerati meritevoli di tornare in aula a settembre a ricoprire le stesse funzioni di un docente di ruolo (coordinamento di classe, funzioni strumentali, ecc…) da quello stesso Stato che ci reputa non idonei. Stiamo assistendo soltanto ad un atteggiamento privo di coerenza e che si basa soltanto sulla tecnica del “ritenta sarai più fortunato”.
Chiediamo di essere semplicemente considerati.
Monica Speranza
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