Precari, cresce la rabbia: il 4 settembre presidio davanti al Miur
Cresce il malessere dei precari della scuola: le proteste contro la politica dei tagli, le nuove regole sul reclutamento in via di definizione e la recente novità del ritorno del concorso pubblico confluiranno in una presidio che si terrà davanti al ministero dell’Istruzione il prossimo 4 settembre, in occasione dell’incontro prefissato tra il ministro Profumo e i sindacati.
“Il 29 agosto – dice Brunello Arborio, del coordinamento dei ‘Comitati precari della scuola’ e animatore del Forum PrecariScuola – si è tenuta a Roma un’assemblea molto partecipata dei lavoratori della scuola nella quale, dopo attenta analisi e discussione della situazione attuale si è deciso di rilanciare immediatamente la mobilitazione dei precari, per contrastare la dissennata politica di tagli perseguita anche dal governo Monti, il processo di privatizzazione della 953 (ex Aprea) e un concorso dettato da logiche meramente propagandistiche dietro il quale si nasconde la gestione dei tagli”. Al termine dell’assemblea i precari hanno dedotto, quindi, che bisogna concentrare gli sforzi su tre fronti: ritiro dei tagli, assunzioni esclusivamente dalle graduatorie ad esaurimento e di merito; blocco del concorso pubblico. “Nessuna decisione – continua Arborio – può prescindere dalla posizione di chi nella scuola ci lavora da anni avendo già superato prove concorsuali. I precari intendono portare avanti la mobilitazione fino a quando le loro richieste non saranno ascoltate”.
Intanto, un gruppo di precari storici ha inviato, attraverso un legale, una petizione al ministro Profumo attraverso cui spiegano i motivi per cui il concorso a cattedre non andrebbe bandito: chiedono, inoltre, di “immettere in ruolo tutti i docenti e personale ATA con almeno 36 mesi di servizio, conformandovi finalmente alla normativa comunitaria, perché essere in Europa significa anche questo”. La strategia, già battuta da altri legali, in particolare patrocinati dall’Anief, è quella di far rispettare la Direttiva UE 99/70, che alla clausola 5 impone che gli Stati membri l’adozione di misure preventive finalizzate “a evitare la reiterazione abusiva dei contratti a termine (ragioni obiettive per la stipulazione, numero dei rinnovi o durata massima dei contratti), oltre che a prevedere, se del caso, quando ricorre una successione di contratti e l’eventuale loro trasformazione a tempo indeterminato”. Come noto, lo scorso 20 giugno la Corte di Cassazione con la sentenza n. 10127 ha di fatto detto no a questa possibilità. Almeno per il personale della scuola. Ma è anche vero che siamo in attesa dell’esito dei due procedimenti di infrazione condotti su questa situazione dall’Ue nei confronti dell’Italia.
Intanto, una notizia più che significativa sullo stato di migliaia di supplenti italiani viene riportata dal Corriere della Alpi: dopo 28 anni di precariato il 28 settembre un docente “di educazione fisica zoldano, Fabrizio Pra Mio, ha apposto la sua firma sul contratto a tempo indeterminato. Si è presentato con alcuni bambini vestito da sposa ma anche da mago Merlino ma anche da calciatore: insomma da tutti quei personaggi che negli ultimi aveva interpretato ogniqualvolta andava a prendersi la cattedra a tempo determinato”.