Dopo avere sottoscritto il protocollo sulla maturità in sicurezza, da recepire scuola per scuola, alcuni dei sindacati maggiori della scuola rompono gli indugi e minacciano lo sciopero: “La tregua è finita. La Flc-Cgil non esclude lo sciopero. Il governo non creda che è tutto a posto”, ha detto oggi il segretario generale della Flc Cgil, Francesco Sinopoli, nel corso della diretta Facebook dedicata alla situazione di grave incertezza in cui si trova il personale precario della scuola. Pronti allo sciopero della scuola si sono detti anche la Uil Scuola e lo Snals. Di sciopero non parlano invece la Gilda e la Cisl: per Maddalena Gissi, leader Cisl Scuola, serve innanzitutto un coinvolgimento delle famiglie e della società.
Il motivo del contendere sarebbe la mancanza di investimenti per il nuovo anno scolastico: la questione del reclutamento dei precari, in particolare il concorso straordinario per svolgere il quale non ci sono più i tempi, oltre che il rientro in classe in sicurezza e con lezioni “vere” a settembre, con oltre otto milioni di alunni e un milione di docenti e Ata coinvolti.
“In Italia per chi commette un reato c’è la presunzione di innocenza, fino al terzo grado di giudizio. Per gli insegnanti vale la presunzione di incapacità, dopo anni di servizio. Uno storytelling che non regge più”, ha detto il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi.
“La quarantena sta finendo anche il sindacato smetterà di stare in quarantena”, ha detto Il segretario Uil Scuola annunciando iniziative di mobilitazione, fino allo sciopero generale della scuola.
Secondo Turi, il sindacato ha mostrato responsabilità, il governo invece si mostra irresponsabile. “Il ministro Fioramonti si è dimesso perché ha chiesto tre miliardi. Oggi, in piena emergenza alla scuola ne viene dato uno e mezzo, in due anni”.
“Il nodo del confronto con il Governo è stato uno dei punti centrali della diretta con i quattro segretari generali scuola. La mobilitazione sarà in funzione delle risposte che arriveranno dal Governo. Non dal Parlamento – ha detto ancora Turi -, registrando l’impegno parlamentare a trovare una soluzione che metta in sicurezza il rientro a scuola a settembre e dia garanzie alle migliaia di precari che ad oggi non hanno alcuna certezza rispetto al loro futuro, licenziati a giugno e ad agosto, riassunti da precari, con calma. È possibile che il Governo resti dentro un pregiudizio?”.
Vicini ai sindacati, intanto, si mostrano i capogruppo Pd al Senato Andrea Marcucci e sulle stesse posizioni sono i senatori Verducci, De Pedris e Laniece che hanno presentato vari emendamenti tra cui quelli per il concorso per soli titoli: per uscire dall’impasse, la maggioranza ha ottenuto qualche giorno di tempo in più per riflettere sul D.L. 22, che così arriverà nell’Aula del Senato il 26 maggio.
“In questa situazione di emergenza, e con tutte le difficoltà che sta registrando la scuola, sono comprensibili le ragioni che stanno convincendo i sindacati ad indire uno sciopero”, ha scritto su twitter Marcucci.
Per capire come andrà a finire, a livello politico, potremmo non attendere molto: è in corso una riunione a Palazzo Chigi, proprio sul decreto scuola.
“Ci aspettiamo dalle altre forze di maggioranza non le provocazioni alle quali stiamo assistendo, ma la reale volontà di confronto e la voglia di trovare soluzioni”, hanno fatto sapere fonti del Movimento 5 Stelle.
Sembra che vi sia una proposta dei “grillini” sui precari. “Abbiamo già messo sul tavolo una proposta di mediazione che garantisce diritti dei docenti e rispetto della Costituzione”.
Sul ritorno a scuola la titolare del MI però rassicura. “Il governo accompagnerà il ritorno a scuola in sicurezza e considerate le condizioni determinate dall’ evoluzione epidemiologica”, ha assicurato la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina intervenendo in commissione Cultura alla Camera.
Anche il premier Giuseppe Conte ha assicurato, a colloquio con i cronisti a Palazzo Madama, che la chiusura delle scuole “consente di contenere il contagio tantissimo, elimina alla radice una diffusione tra le più insidiose. Lasciate che i bambini sono tra i meno colpiti, però poi diventano fattore di contagio. Abbiamo lasciato fuori le relazioni sociali, così anche le attività produttive, se accade per la scuola sarebbe impossibile contenere la curva del contagio. Già adesso, io l’ho detto, dobbiamo aspettarci che la curva risalga”.
Intanto, in Conferenza Stato Regioni è stata raggiunta l’intesa sul DPCM che dà il via libera allo stanziamento di 855 milioni per il finanziamento di interventi di manutenzione straordinaria ed efficientamento energetico delle scuole superiori di competenza di Province e Città metropolitane.
Ai comitati, spinti da molti genitori di alunni, non basta: sabato prossimo, 23 maggio, alle 15,30 il comitato ‘Priorità alla scuola’ ha organizzato manifestazioni in piazza in 16 città – da Milano, a Roma, passando per Trapani e Firenze – per chiedere il rientro a scuola a settembre perché “la ‘didattica a distanza’ è la didattica dell’emergenza” e “non è possibile proporla come soluzione per il nuovo anno scolastico 20/21”.
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