Approfondimento de Il Sole 24 Ore sul mondo della scuola e in particolare sui decreti approvati nelle settimane scorse dal governo.
Interessante focus riguardante il nuovo percorso di formazione iniziale dei docenti della scuola secondaria che necessita almeno di un triennio prima di entrare a regime.
Cosa succederà nel frattempo? Da una parte ci sono posti che rimangono vacanti, dall’altro si rende necessario superare l’attuale situazione di precariato con alcuni docenti che vantano un’esperienza pluriennale di lavoro, ma non sono ancora stati assunti a tempo indeterminato.
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Il legislatore è intervenuto attraverso l’articolo 17 del decreto legislativo di riordino del sistema di reclutamento del personale docente.
I docenti che fanno parte delle graduatorie ad esaurimento entreranno in ruolo fino alla concorrenza, ogni anno, della metà dei posti vacanti e disponibili nelle scuole. Il rimanente 50% viene invece coperto annualmente attingendo in primis alla graduatoria di merito del concorso docenti anche in deroga al limite percentuale previsto dal bando. Inoltre in ogni regione verranno indette apposite procedure concorsuali, con differenti modalità per gli aspiranti docenti nelle diverse posizioni giuridiche, già abilitati o che abbiamo svolto un servizio anche non continuativo di almeno tre anni.
Per gli abilitati sarà bandito un concorso una tantum entro febbraio 2018 dalla cui graduatoria di merito regionale si attingerà, in misura decrescente fino al suo esaurimento. Gli aspiranti al sostegno, invece, abilitati entro giugno 2018 saranno ammessi al concorso con riserva. Faranno una sola prova, orale, che non prevede punteggio minimo, ma il cui esito, assieme alla valutazione dei titoli, concorre alla determinazione della graduatoria.
Ai docenti con almeno tre anni di insegnamento, non prima del 2019, saranno invece riservate procedure concorsuali regionali con cadenza biennale: prova scritta a carattere disciplinare e una prova orale di natura didattico-metodologico.
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