Precari: dal governo solo danni. Appello a Napolitano e Profumo

Il governo “tecnico” non avrebbe minimamente preso in considerazione le necessità e i problemi dei precari della scuola. Anzi, le iniziative legislative che hanno preso corpo nelle ultime settimane stanno ulteriormente danneggiando un corposo numero di lavoratori che vede sempre più complicarsi il cammino verso l’assunzione. A giungere a queste severe conclusioni sono un gruppo di coordinamenti e movimenti di precari, che per sabato 21 aprile hanno organizzato una manifestazione nazionale di protesta a Milano. I precari puntano il dito verso le iniziative per introdurre la scelta dei docenti direttamente dalle scuole, in sostituzione del sistema di reclutamento nazionale basato sulle graduatorie: “l’unico canale – sostengono – trasparente e meritocratico”. Respingono “con sdegno” l’inasprimento delle norme per andare in pensione, la tendenza ad “aziendalizzare la scuola statale e asservirla ai volubili interessi dei privati”. E non vedono di buon occhio l’ipotesi di un nuovo maxi concorso per diventare docenti, almeno “finché tutti i lavoratori precari non verranno assunti”.
Secondo i rappresentanti dei precari quanto sta accadendo è “assolutamente surreale, illegale e inaccettabile”. Anche se è “cambiato il governo, la situazione è rimasta immutata: il ministro Profumo, ben lontano dal proporre un necessario rifinanziamento e il ritiro dei tagli, si è posto sulla stessa linea della Gelmini e procede nella sua opera di distruzione della scuola statale senza alcuna vera opposizione”.
Nel documento di protesta, i coordinamenti sostengono che “il neoministro intende infatti mettere in discussione perfino i diritti acquisiti dai precari presenti nelle graduatorie ad esaurimento e quelli di quanti lavorano nella scuola da anni. Inoltre,col ‘decreto semplificazioni’, è stata potenziata l’autonomia scolastica attraverso la creazione di reti territoriali di scuole e di un ‘organico dell’autonomia’”.
I precari ritengono che dietro a questi provvedimenti vi sia un “disegno” strategico, teso a danneggiarli: si tratta di iniziative “perfettamente in sintonia con il PdL 953 (Aprea), da poco approvato dalla Commissione Cultura della Camera una legge che intende aprire le porte della scuola statale ai privati attraverso il ‘Consiglio dell’autonomia’ e riformare gli organi collegiali, che di fatto saranno neutralizzati e ‘commissariati’ da rappresentanti di enti e fondazioni private, che finanzieranno direttamente le scuole – dotate di statuti autonomi – imponendo indirizzi, stravolgendo programmi ed erogando risorse in modo funzionale ai loro interessi”.
Poi possano al contrattacco riguardo l’art. 8 della Legge Lombardia “Misure per la crescita, lo sviluppo e l’occupazione”, definito “eversivo e devastante”. Se dovesse passare questo progetto, ritengono “inevitabile l’incancrenirsi del fenomeno del clientelismo e della sua peggiore variante, il nepotismo, di cui il governatore lombardo e il movimento di cui è uno dei massimi esponenti, come ben sa qualsiasi cittadino, sono modelli paradigmatici”.
Per i coordinamenti dei precari la situazione è ad alto rischio. Tanto che si rivolgono al presidente della Repubblica, l’unico in grado di “intervenire tempestivamente per bloccare la destrutturazione della Scuola e scongiurare, così, lo smembramento della Nazione, che la Scuola ha culturalmente e moralmente unificato, garantendo la mobilità sociale, promuovendo e preservando l’esercizio consapevole dei diritti democratici e sancendo l’affermazione del Paese nel contesto europeo”.
Ai appellano, infine, a tutti i sindacati, perché utilizzino ogni strumento “a loro disposizione, compreso lo sciopero, per opporsi al PdL 953-Aprea, al PdL 146 della Giunta Formigoni e a qualsiasi tentativo di attuare la chiamata diretta e la regionalizzazione dell’istruzione”. I quali, proprio su quest’ultimo punto, hanno già detto di essere dalla loro parte. Secondo il segretario generale della Flc-Cgil, Domenico Pantaleo, quello approvato dal consiglio regionale lombardo è un progetto “incostituzionale”, che “mette in discussione la libertà di insegnamento, destruttura il sistema nazionale di Istruzione”. Il sindacalista chiede quindi al ministro Profumo “un formale disconoscimento dell’operato della regione Lombardia”. E ribadirà questa posizione il 12 aprile, nel corso del tavolo convocato dal Miur per discutere proprio dei temi del reclutamento. E intanto la Cgil ha anche proclamato una serie di scioperi a livello locale, che interesseranno anche la scuola.
A prendere le distanze dal modello di assunzioni che elude l’utilizzo delle GaE è anche il presidente dell’Anief, Marcello Pacifico, che annovera un alto numero di precari tra i propri aderenti: in Lombardia stanno cercando di approvare “una norma del tutto incostituzionale perché l’ordinario svolgimento delle attività didattiche deve essere svolto da insegnanti assunti obbligatoriamente dallo Stato. Il Ministro Profumo deve bloccarla. In caso contrario – avverte il rappresentante dell’Anief – la impugneremo in Tribunale”.
Sullo sfondo c’è poi l’ipotesi che la “stretta” sugli ammortizzatori sociali prevista in caso di licenziamento, contenuta nel ddl riforma del mercato del lavoro e che nei prossimi giorni verrà depositato in Parlamento per l’iter di approvazione, possa essere estesa al comparto statale. Il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, avrebbe già espresso questa intenzione.
Alessandro Giuliani

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