Categorie: Reclutamento

Precari del nord contro precari del sud?

Ma siamo proprio sicuri che i docenti meridionali stanno “lottando” per un posto di ruolo contro i docenti “settentrionali”? Ed è vero al 100% che al Nord i docenti “del luogo” resteranno al palo perchè sono arrivati gli “emigranti”?
Innanzitutto partiamo da un dato certo: al Nord vanno buona parte dei posti per le assunzioni, al Sud restano le briciole, quest’anno come negli anni precedenti. Scarsa trasparenza nella suddivisione delle cattedre? Certo che al Sud il calo delle nascite è rilevante, certo che al nord gli extracomunitari fanno la differenza: ma i pensionamenti del Meridione d’Italia in genere sono maggiori. Dunque?
Fatto sta che è l’amministrazione a decidere, non si sa quanto arbitrariamente, il numero delle cattedre da destinare alle assunzioni a tempo indeterminato e anche la loro distribuzione. Ciò indipendentemente dal fatto che vi siano più posti vacanti rispetto a quelli individuati per le immissioni in ruolo.
E il Nord in questo gioco è sempre privilegiato. Anche perchè al Nord ci sono molte cattedre vacanti: basti pensare al Piemonte dove cercansi disperatamente professori di matematica. Nelle graduatorie esistono dunque meno aspiranti dei posti disponibili.
Quindi in alcune province nessuno ruba niente a nessun altro, anzi, basterebbe iscriversi per lavorare a tempo indeterminato.
Poi c’è anche qualche sorpresa. Perchè non è esattamente vero che la lotta è tra docenti meridionali e docenti settentrionali. Prendiamo le graduatorie della primaria di Modena. Certo l’arrivo di professori dal Sud è inequivocabile, se si contano 56 nuovi maestri nelle prime 56 posizioni (tutti tranne uno di Pordenone provenienti dal Sud) con la maestra Alba Pandalone che, da prima in classifica che era, fino a pochi giorni orsono e con il ruolo sicuro, sprofonda in posizione n. 57.
E’ una settentrionale scalzata? No. Scopriamo con triste stupore che è napoletana. Allora sorge un dubbio: non è che questa presunta lotta per il posto fisso si sta svolgendo tra docenti meridionali più giovani che si sono trasferiti nei trienni precedenti e docenti meridionali più “vecchietti” che solo adesso, malgrado famiglia e figli, si sono decisi a partire e quindi stanno scavalcando al Nord i loro corregionali? Teniamo conto anche che al Nord l’insegnamento non è un lavoro molto ambito, visto l’alto costo della vita
La domanda è lecita, anche tenendo conto che, chi ha avuto il coraggio e l’intraprendenza di emigrare nel passato, una volta conquistato il ruolo, in breve tempo rientra, erodendo, con pieno diritto certamente, ma inevitabilmente erodendo posti ai precari giurassici, quelli che al Sud sono sempre ai primi posti e non entrano di ruolo mai, come nel supplizio di Tantalo.
Ecco perchè, ad esempio, le graduatorie ad esaurimento di Palermo si sono svuotate:la graduatoria dell’infanzia presenta 600 nominativi in meno rispetto a quella del 2013, in quella della primaria sono fuggiti 584 candidati.
Tutta colpa di un sistema di reclutamento farraginoso che ha solo creato un precariato sedimentato e inesauribile.
Speriamo allora che il generoso Nord possa dare lavoro a emigranti degli anni precedenti e recenti, visto l’elevato numero di cattedre disponibili. Perchè torinesi, lucchesi, modenesi, che adesso stanno protestando, magari hanno solo “voglia ‘e turnà”.

Silvana La Porta

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