Home I lettori ci scrivono Precari della scuola: sembrano come dannati di uno speciale girone infernale

Precari della scuola: sembrano come dannati di uno speciale girone infernale

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March 01, 2025

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 C’è un girone dell’Inferno che Dante non visitò, ma che ogni precario della scuola conosce bene. È il girone dei docenti precari, anime e condannate a un eterno Purgatorio fatto di GPS, concorsi superati mai riconosciuti e contratti a termine, sempre in bilico tra la speranza di stabilità e la certezza della precarietà. 
Ora, queste anime sono chiamate a un nuovo supplizio: le prove scritte del concorso che non vinceranno mai, che si terranno tra il 19 e il 27 febbraio.
 Un calvario che non premia il merito, ma seleziona sulla base di quiz a crocette, trabocchetti ministeriali e il tempo implacabile di una clessidra che scorre troppo in fretta. Qui non conta l’esperienza, non valgono gli anni di sacrificio nelle classi. Non vale niente. 
 
Ed eccoli i precari, l’uno contro l’altro a darsi la colpa tra i duri e puri e chi si è iscritto al concorso, per poi bucare ogni occasione per protestare e farsi sentire, scioperi compresi. I precari della scuola sono come i dannati del canto III dell’Inferno: coloro che visser sanza ‘nfamia e sanza lodo, non perché privi di valore, ma perché condannati a una vita di incertezze imposte da un sistema che li usa e li getta, come la carta igienica tanto per essere chiari, senza mai riconoscere il loro ruolo fondamentale. 

Li vedi, errano smarriti tra piattaforme inceppate, SPID, ricorsi, avvocati, comunicazioni tardive e regole cambiate in corsa, mentre il MIUR, come un moderno Minosse, li avvolge nella coda delle sue riforme e decide chi merita di proseguire e chi sarà rispedito al punto di partenza. 
Un gioco dell’oca, uno squid game brutale e feroce. Nel girone più profondo stanno coloro che hanno già affrontato l’Inferno di concorsi passati, superando prove soltanto per scoprire che l’agognata immissione in ruolo fosse una illusione, un’illusione destinata a dissolversi davanti a un sistema impietoso e senza scrupoli. La colpa è non avere il C1 in inglese, non aver fatto accesso ai percorsi telematici, se insegni italiano o matematica. 

Eppure, come anime ribelli, i precari non si arrendono. Perché, al di là delle crocette e delle ingiustizie, sanno di essere molto più di un elenco non graduato: sono insegnanti, educatori, persone che hanno un valore ma non un prezzo. 
Sono coloro che tengono in piedi la scuola pubblica, nonostante tutto. Che abbia inizio la discesa nell’Inferno delle prove scritte già superate.Ma se c’è una cosa che questi docenti conoscono bene, è la resistenza.  Anche tra le fiamme dell’ingiustizia, nonostante l’inferno, non smetteranno di lottare.

Luigi Sofia
Portavoce docenti esclusi PNRR1