Diventa un giallo l’assunzione a tempo indeterminato dei precari direttamente da seconda fascia d’istituto, da effettuare nel corso dell’estate nell’ambito delle 150mila immissioni in ruolo previste dalla Legge di Stabilità. Ai tentennamenti del Governo e del Miur, si sono aggiunte le diverse interpretazioni dei sindacati. A seguito dell’incontro tenuto nella sera del 16 febbraio a Viale Trastevere, infatti, la Uil Scuola ha fatto sapere che “il provvedimento dovrebbe riguardare anche gli insegnanti abilitati, non presenti nelle graduatorie ad esaurimento, che hanno tre anni di servizio, sulla base dei posti disponibili nell’organico”.
La posizione del sindacato guidato da Massimo Di Menna è ben diversa, però, da quello “vicino” della Cisl Scuola: sempre a commento dell’incontro con il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, il sindacato riporta che “l’intervento del segretario generale Francesco Scrima, ha messo in evidenza anzitutto il netto dissenso circa l’ipotesi di intervenire per decreto legge sulle carriere del personale docente, contestando sia l’invasione di campo su materia squisitamente contrattuale”, ma anche che il piano di assunzioni è “impostato su criteri che portano a escludere dalla stabilizzazione quasi il 50% dei precari attualmente in servizio, cioè tutti coloro che pur lavorando da anni a tempo determinato non sono inseriti nella GAE”.
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Si naviga, insomma, nell’incertezza più totale. Con decine di migliaia di precari che passano da uno stato d’animo all’altro anche nell’arco della stessa giornata. Per saperne qualcosa di più, a questo punto, dovremmo probabilmente aspettare domenica prossima, quando a Roma il Pd presenterà il piano di riforma. Al massimo, venerdì 27 febbraio, quando il decreto legge verrà approvata in CdM.
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