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Precari, dopo gli Usp e le Prefetture la protesta si sposta in piazza

Da ormai dieci giorni le iniziative di protesta dei precari continua a riempire le pagine della cronaca. Le rassicurazioni del ministro Gelmini non hanno prodotto alcun effetto sulla protesta: anzi, la presentazione a palazzo Chigi dei contratti di ‘disponibilità’ sembra aver acceso ulteriormente gli animi. Soprattutto dei precari con meno anni di servizio che dopo i tagli si sentono doppiamente esclusi anche dagli ammortizzatori sociali.
Come preannunciato, l’apice di questo primo scorcio di protesta si è svolto il 5 settembre con il “No Gelmini day”: davanti ad almeno 30 Prefetture i precari hanno chiesto una nuova politica scolastica che si traduca sin da subito nel ritiro dei tagli e nelle immissioni in ruolo su tutti i posti vacanti. Un corteo, organizzato dal Coordinamento Lavoratori della scuola “3 Ottobre”, particolarmente sentito e partecipato,con oltre duemila persone presenti, è sfilato a Milano: la contestazione ha anche causato dei disagi al traffico, quando i precari hanno fermato in sit-in in via Beatrice d’Este. “Vogliamo fare capire – ha detto la portavoce di ‘3 Ottobre’ – che il problema della scuola riguarda tutti. Se non ci ascolteranno faremo proteste sempre più dure: i motivo dei tagli sono assurdi perché il numero degli studenti in realtà è aumentato. Stanno ristrutturando la scuola diminuendo la qualità dell’insegnamento, e non è vero che non ci sono i soldi, perché – ha concluso – hanno aumentato i finanziamenti alla scuola privata“.
E mentre a Benevento le docenti che rischiano il posto dopo 10 anni di precariato sono ancora sul tetto dell’Usp in attesa di risposte, anche la capitale ha fatto registrare un episodio importante: il 4 settembre l’Ufficio scolastico provinciale di Roma, è stato occupato simbolicamente da alcuni rappresentanti del ‘Coordinamento precari della scuola di Roma’: i precari prima si sono posizionati sulla terrazza dell’ex Provveditorato, dove hanno issato lo striscione “Tagli alla scuola: una truffa per tutti”. E poi si sono spostati al piano terra. “La nostra non è una battaglia per la difesa del posto di lavoro – ha detto Francesco Locantore del Coordinamento precari della scuola – ma per la qualità della scuola pubblica. L’insegnante per ottenere lo stipendio sarà costretto a fare l’impossibile con un maggior numero di alunni per classe ed un numero di ore maggiorato“.
I precari romani hanno detto di volervi rimanervi sino a lunedì pomeriggio, quando prenderà il via un’assemblea pubblica ed un sit-in organizzati sempre dal personale precario delle scuole romane.
L’iniziativa è sostenuta da diverse associazioni e movimenti dei precari. Ed anche dai comitati di base: “Siamo pienamente coinvolti nell’occupazione operata dai precari del coordinamento romano – ha spiegato Enrico Bernocchi, leader dei Cobas – sia dal punto di vista logistico, dell’appoggio e della solidarietà, sia per le trattative e i contatti con la polizia per evitare lo sgombero“. Sempre lunedì 7, alle 15, si svolgerà una manifestazione analoga a Genova.
E dallo stesso giorno cominceranno a farsi sentire pure i sindacati: si parte con una manifestazione nazionale delle Uil Scuola “che si svolgerà, in contemporanea, in tutte le città Italia, nella quale –  ha annunciato il segretario Massimo Di Menna – verranno affrontate, dando voce direttamente ai lavoratori, tutte le tematiche connesse all’avvio dell’anno scolastico“.
Il 10 toccherà alla Flc-Cgil: è previsto un presidio davanti il Miur, con tutti i componenti del consiglio direttivo nazionale e delle strutture di comparto presenti, insieme al centro nazionale e ad una significativa presenza di lavoratori precari, che si incateneranno ai cancelli di viale Trastevere. Ci sarà anche la Rete degli Studenti, che attraverso coordinatore nazionale Luca De Zolt ha espresso “solidarietà e vicinanza ai lavoratori e alle lavoratrici precari che in questi giorni stanno portando avanti in modi diversi la loro opposizione al piano di licenziamento di massa messo in atto dal governo“.
Lunedì 14 e martedì 15 settembre scenderà in campo la Gilda con un presidio di protesta in piazza San Marco a Roma: “riteniamo che la soluzione al problema del precariato sia ben lontana, soprattutto considerato che i tagli decisi dal Governo saranno spalmati su tre anni e che quelli che colpiranno quest’anno la scuola, quindi, rappresentano solo il primo di tre pesantissimi rounds“, ha fatto sapere il sindacato di Di Meglio.
Le iniziative, intanto, sembrano cominciare a produrre i primi effetti: dopo dieci giorni a Palermo i due assistenti tecnici precari hanno sospeso lo sciopero della fame davanti l’Usp: martedì prossimo, l’8 settembre, a palazzo d’Orleans, il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, incontrerà i precari. Lo ha concordato parlando telefonicamente con i rappresentanti dei precari. “Esprimo soddisfazione – ha detto Lombardo – per la sospensione della protesta. Il dialogo che si è avviato con questi lavoratori, impegnati in una dura vertenza nazionale contribuisce a rasserenare il clima di un confronto che rimane, indubbiamente, serio e di grande complessità“. In vista per i lavoratori precari palermitani una convenzione biennale regionale che salverà dalla disoccupazione centinaia di lavoratori.
Alessandro Giuliani

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