La viceministra dell’Istruzione, Anna Ascani, del Pd, torna alla carica sulla necessità di attuare una carriera dei docenti. E apre al ritorno del Fit per l’assunzione dei precari storici con almeno 36 mesi di servizio.
Dopo avere detto che “la pandemia è stata l’occasione per aprire gli occhi rispetto alla centralità degli insegnanti nel nostro vivere quotidiano”, Ascani ha scritto, nel proprio profilo facebook, che “non è più rinviabile una riflessione sullo sviluppo professionale del docente, in grado di valorizzare le competenze che la complessità della realtà scolastica ormai richiede da tempo e che sarebbe giusto e necessario riconoscere”.
La democratica si riferisce anche ad un nuovo reclutamento. E si rammarica per la cancellazione del Fit, il percorso di Formazione iniziale e tirocinio, attraverso il quale i nuovi docenti precari hanno avuto la possibilità di sottoscrivere un contratto a tempo determinato completando il loro percorso formativo nell’arco di un triennio.
“Naturalmente – ha specificato Ascani – per fare questo c’è bisogno anzitutto di normalizzare l’accesso al ruolo, affrontando seriamente la questione del precariato e quindi recuperando quanto di buono si era fatto nel 2017 col FIT, spazzato via dalla miopia dell’ex Ministro Bussetti” (quando la Lega era al Governo con il M5S ndr).
Il progetto della Ascani è anche quello del Pd. Perché, ha sottolineato la giovane viceministra, “anche di questo discuteremo durante gli Stati Generali della scuola, voluti fortemente dal Partito Democratico”.
Poi Ascani coglie l’occasione per ringraziare chi siede dietro la cattedra. “In occasione della Giornata Mondiale degli insegnanti, giunta oggi alla 26esima edizione, il mio grazie, doveroso e sentito, va ai docenti italiani per avere permesso alla scuola di restare in piedi anche nei momenti più difficili. Adesso – conclude la viceministra – è il momento di costruire insieme a loro fondamenta più solide per il domani”.
Già fine agosto, nel corso del Meeting di Rimini, la viceministra democratica aveva espresso l’esigenza di introdurre forme di carriera per il corpo docente.
“Un insegnante che non vede una prospettiva di crescita è meno stimolato a fare di più e meglio”, aveva detto Anna Ascani, spiegando che durante la carriera “deve esistere un percorso, devono esserci scelte che i docenti devono poter fare, una flessibilità per mettersi in gioco in più modi con una crescita che non sia solo la possibilità di fare il concorso per dirigente scolastico”.
Parlando della formazione dei docenti, la democratica aveva detto che c’è bisogno di incentivarla “sia sul percorso che si fa per diventare insegnanti che durante la loro carriera professionale”.
La possibilità di introdurre figure apicali tra i docenti, come gli insegnanti senior, avevamo osservato che è stata auspicata dai rappresentanti di più governi. Senza però essere mai attuata. Soprattutto a causa di un sistema conservatore che ha osteggiato ogni tentativo di legiferare in quella direzione.
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