Nessun precario storico rimarrà fuori dalla fase transitoria di reclutamento progettata dal nuovo corso ministeriale. A prometterlo è il titolare del Miur, Lorenzo Fioramonti, a colloquio con La Tecnica della Scuola a seguito dell’alto numero di quesiti, denunce e richieste che i lettori della testata giornalistica specializzata hanno raccolto nell’ambuto dell’iniziativa “Dillo al Ministro”.
“Abbiamo numeri fuori controllo – ha detto Fioramonti -. E ancora troppi precari storici con anzianità. Il nostro obiettivo è ridurre drasticamente il precariato”, ha sottolineato il ministro riferendosi al record di supplenze a all’utilizzo mai così massiccio delle Mad, con casi limite di dirigenti scolastici che arrivano porre degli annunci di supplenze da coprire con urgenze anche via web.
Il responsabile del Miur ha tenuto a dire che “quando si hanno 150 mila, 160 mila o anche 170 mila precari, riuscire ad eliminarli in poco tempo è un compito impossibile: cercheremo di andare sotto i 100 mila per il prossimo anno”.
Per quale che riguarda il decreto legge salva-scuola approvato dal CdM la scorsa settimana, Fioramonti ha detto che è stato di fatto “ampliato il margine di quello approvato ad inizio agosto con la formula del salva-precari e “salvo-intese”.
Il ministro ha quindi assicurato che si è voluto mandare “un segnale forte” con “il concorso ordinario, il quale – ha ricordato – rimane sempre la via maestra per entrare in ruolo in modo regolare, a differenza di quanto è stato fatto negli ultimi anni: per almeno 24 mila posti. E al tempo stesso avviare un concorso straordinario per i precari storici, cioè coloro che hanno almeno 36 mesi di servizio e fare in modo che questo sia un percorso abilitante, anche per coloro che superano una certa soglia ma che non dovessero rientrare nei posti messi a disposizione”.
Per quel che riguarda i precari di lungo corso ma ancora privi di abilitazione all’insegnamento, Fioramonti ha detto che è stato “fatto un collegato alla Legge di Bilancio, che si approverà a fine anno, nel quale mettere mano ad un nuovo percorso di abilitazione: dobbiamo fare in modo che i docenti, di ruolo e precari che vanno in cattedra, devono essere giustamente formati”.
Il numero uno del Miur ha tenuto a chiarire che si tratta di un passo in avanti, che ha intenzione di fare in occasione degli accordi da prendere con i sindacati durante gli incontri “tecnici” già programmati.
“Il sistema precedente – ci ha detto – era a mio parere formativo ma particolarmente complesso”. Ecco perché “stiamo lavorando ad un nuovo percorso di abilitazione, per tutti: docenti delle scuole pubbliche e delle scuole paritarie. Affinché è si possa arrivare entro marzo-aprile ad un nuovo modello di abilitazione lineare e fattibile, aperto a tutti che porti persone in cattedra nel più breve tempo possibile”.
II ministro ha quindi spiegato che “il percorso abilitante sarà aperto a tutti coloro che hanno i titoli per potere fare l’insegnante: coloro che sono laureati e che hanno il nuovo percorso”.
Per i docenti precari, invece, che hanno svolto “il servizio e non saranno rientrati nel concorso straordinario e nemmeno nel percorso di abilitazione speciale, verrà riservato un altro tipo di percorso sempre all’interno di questa abilitazione”: una strada alternativa, che “avrà al suo interno una serie di elementi transitori per fare in modo che chi già insegna possa abilitarsi ed entrare in ruolo senza rimanere fuori”.
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