L’unica arma che è rimasta è quella di scrivere lettere per portare alla luce questo problema: sono mesi che i precari delle GaE e GM infanzia cercano, attraverso vari mezzi di comunicazione, un contatto con i politici che dovranno decidere sulla loro sorte ma non trovano risposte concrete, se non qualche promessa che allo stato attuale non è stata tradotta in alcun provvedimento normativo, oppure si paventa il percorso 0-6 del quale non si conoscono né l’organizzazione,cioè in parole povere cosa si andrà a fare, né i tempi concreti di attuazione, o, ancora, è risaputo che alle GaE è riservato il 50% dei posti disponibili, come è sempre stato; per il resto non si sa se, quando e come si verrà assunti.
In ogni caso i precari dell’infanzia si ostinano a chiedere perché per loro è stato riservato un trattamento diverso rispetto alle altre classi di concorso, ma le richieste sembrano parole gettate al vento! Pare che il governo si stia concentrando solo sul concorso facendolo apparire come lo strumento che porterà in cattedra più di 60.000 nuovi insegnanti tra cui 6.800 dell’infanzia, senza considerare che 23.000 delle GaE e 2.000 delle GM sono ancora lì.
A questo punto le domande sorgono spontanee:il Governo e il Parlamento devono cercare di trovare una soluzione per garantire i diritti acquisiti? O i precari dell’infanzia sono diversi dagli altri precari?Confidando nel buon senso della politica, ci si augura di avere presto risposte certe e positive.
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