Personale

Precari, Gilda: “Procedure ad hoc per i docenti con oltre 36 mesi di servizio”

Le modifiche al percorso FIT proposte dal Miur e introdotte nella legge di Bilancio rischiano di rivelarsi un flop. Per evitare di replicare il fallimento del piano straordinario di assunzioni previsto dalla legge 107/2015, la Gilda degli Insegnanti ritiene che si debba intervenire con una procedura riservata a coloro che hanno almeno tre anni di servizio negli ultimi otto anni e con una proposta innovativa e strutturale in grado di ridurre a livelli fisiologici la percentuale di docenti precari.

Per chi ha almeno tre anni di servizio negli ultimi otto, la Gilda suggerisce di eliminare la richiesta dei 24 CFU aggiuntivi per tutte le classi di concorso e di istituire un concorso riservato seguito da un anno di formazione sul campo da svolgere in una scuola già dal prossimo anno scolastico con la supervisione di un tutor.

Per una riforma strutturale del reclutamento, inoltre, il sindacato guidato da Rino Di Meglio propone che alle università sia affidato il compito di organizzare ed effettuare regolarmente corsi di specializzazione per l’inclusione aperti anche a chi non possiede un’abilitazione, così da agevolare il conseguimento del titolo di sostegno. Secondo la Gilda, è poi necessario bandire concorsi con cadenza regolare.

“Le proposte che abbiamo formulato – spiega il coordinatore nazionale, Rino Di Meglio – si fondano su un’attenta analisi di dati di fatto incontrovertibili, primo fra tutti la presenza nella scuola statale di oltre 100mila docenti precari che lavorano regolarmente e l’età media dei docenti di ruolo italiani tra le più elevate nei Paesi occidentali. Bisogna inoltre considerare che nel prossimo quinquennio il numero di pensionamenti previsto si aggira, con stime prudenti, tra i 150 e i 200mila. A ciò va aggiunto che la maggior parte delle cattedre vacanti si trova in regioni del Centro-Nord e che il numero di posti destinati ad alunni bisognosi di sostegno è predominante ed in continua crescita”.

“Utilizzare la legge di Bilancio per apportare delle modifiche al percorso Fit è una procedura inusuale: un argomento così delicato, infatti, avrebbe bisogno di più tempo e spazio per essere discusso e condiviso con le principali associazioni che si occupano del mondo della scuola”.

Redazione

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