“Sui precari della scuola è ora di fare ordine: negli anni c’è stato un proliferare di graduatorie, che hanno avuto il solo risultato di ampliare l’utilizzo dei ricorsi e creato una confusione enorme, senza risolvere il problema endemico della ‘supplentite’”. Lo dice, in un’intervista alla Tecnica della Scuola, è l’on. Fabio Rampelli, capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale a Montecitorio, da alcuni giorni eletto vice-presidente della Camera dei Deputati.
Un taglio con il passato
Commentando le proteste in atto dei maestri con diploma magistrale, ma anche, in parallelo, dei laureati in Scienze della formazione primaria e di tutti gli altri decine di migliaia di abilitati all’insegnamento che continuano a sperare nell’assunzione in ruolo, il parlamentare spiega che è il momento di dare un taglio con il passato.
Rampelli, è iniziata una nuova legislatura ma il problema del precariato rimane ancora tutto da risolvere: che ne pensa?
Penso che c’è bisogno di stabilizzare gli insegnanti precari con un piano assunzionale ad esaurimento, da suddividere su due-tre anni, tenendo conto dei pensionamenti che vi saranno e dei posti attualmente già liberi. Inoltre, in parallelo, credo che sia giunto il momento di semplificare le procedure.
In che senso?
Se fossi il ministro dell’Istruzione provvederei prima di tutto a creare un’unica graduatoria, dove far confluire tutti gli attuali docenti abilitati, tenendo naturalmente conto dei titoli, dei servizi e dei concorsi superati. In questo modo, si eliminerebbero anche le perenni competizioni tra graduatorie e l’uso continuo dei ricorsi.
Però la graduatoria unica potrebbe scontentare più di qualcuno?
Non credo: se ho superato uno o più concorsi a cattedra, se ho conseguito la laurea, se ho svolto diversi anni di servizio, è normale che mi ritroverò più in alto di altri che non vantano uno o più di questi requisiti. Gli scontenti ci sono sempre, l’importante è che si provveda ad assorbirli tutti in un arco di tempo ragionevole, perché i posti ci sono ma si continua a rimandare: basti pensare a quello che accade per i docenti di sostegno.
Sui maestri con diploma magistrale, sempre più a rischio esclusione dalle GaE, che ci dice?
In questi giorni i parlamentari stanno incontrando associazioni e sindacati di categoria: l’obiettivo è realizzare un decreto, attraverso il Governo, che superi le incongruenze venutesi a creare con l’adunanza plenaria del Consiglio di Stato. E anche in fretta, perché l’anno scolastico nuovo non è lontano.
Il vostro partito, però, non è nel Governo: la sua candidatura potrebbe essere un segnale di avvicinamento?
Al momento non credo proprio che vi siano i presupposti perché Fratelli d’Italia entri nel Governo Movimento 5 Stelle e Lega.