Continua far discutere l’accesso al concorso riservato previsto dal decreto legge 126/2019 e appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale: in particolare, vi sono reazioni contrastanti per il via libera alla procedura straordinaria dei docenti in servizio nelle scuole paritarie, i quali, però, in caso di superamento della prova concorsuale, non verranno immessi in ruolo ma potranno solo conseguire l’abilitazione all’insegnamento.
La modifica, introdotta a seguito dell’intervento dell’ufficio legislativo del Quirinale, è stata raccolta con soddisfazione dalle associazioni della categoria dei docenti delle paritarie.
“Il ripensamento del Governo sul punto, sollecitato dalle proteste delle paritarie e dalle pressioni del Quirinale e di varie forze politiche e sindacali, non può che essere apprezzato. Anche se qualcuno ogni tanto se ne dimentica, le scuole paritarie fanno parte in modo irreversibile del sistema nazionale di istruzione, e questa caratteristica fondamentale dell’ordinamento scolastico italiano deve essere sempre rispettata”, hanno scritto Giancarlo Frare, presidente AGeSC, Marco Masi, presidente CdO Opere Educative, Pietro Mellano, presidente Cnos Scuola, Marilisa Miotti, presidente Ciofs scuola, Giovanni Sanfilippo, delegato per le Relazioni Istituzionali Faes, Virginia Kaladich, presidente Fidae, Luigi Morgano, segretario nazionale Fism.
I rappresentanti delle associazioni chiedono “come promesso”, che “le procedure, ordinaria e straordinaria, vengano bandite entro il 2019. Occorre inoltre al più presto garantire un sistema di idoneità/abilitazione all’insegnamento cui possano partecipare anche i neo laureati (e i docenti con meno di tre annualità di servizio) e che non sia ‘dipendente’ dalle procedure bandite per la assunzione a tempo indeterminato nei ruoli dello Stato”.
Per i firmatari del documento congiunto è anche necessario “prevedere una norma flessibile, in deroga alla disciplina ordinaria dei tempi determinati, che permetta alle scuole paritarie di ricorrere ai rapporti di lavoro a termine per i docenti che ancora non sono messi in grado di partecipare a procedure abilitanti”.
Intanto, continua la battaglia contro il decreto scuola del senatore Mario Pittoni, presidente della commissione Cultura a palazzo Madama e responsabile Istruzione della Lega,
“Per l’abilitazione dei docenti – ha scritto Pittoni -, Bruxelles chiede un adeguato percorso formativo – oltre che selettivo – com’è il PAS. Non di indovinare la risposta a qualche domandina, spacciandola per ‘qualità’, che evidentemente qualcuno confonde con il fondo schiena, come nel caso dei concorsi abilitanti”.
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