Precari, il 26/7 ancora a Montecitorio: chiederanno assunzioni e stop concorso
L’afa estiva non sembra fiaccare la battaglia che diversi movimenti e coordinamenti dei precari stanno conducendo per salvaguardare i loro posti di lavoro: a pochi giorni dalla manifestazione del 16 luglio, il Cps ed altre sigle (in tutto una decina) hanno deciso di tornare davanti a Montecitorio. Stavolta l’appuntamento è per giovedì 26 luglio alle ore 15,00. A differenza dell’ultima contestazione, però, sembrano aver lasciato al loro destino i provvedimenti operati dal Governo per revisionare la spesa pubblica. Le richieste, infatti, puntano a chiedere il rispetto del piano triennale di assunzioni e di non bandire il concorso pubblico (che invece sarebbe imminente).
Dal Comitato precari scuola assicurano di aver già preso contatti coi parlamentari: sempre il 26 luglio, una loro delegazione sarà ricevuta dalla VII Commissione del Senato. In quell’occasione i precari presenteranno un documento attraverso cui vengono descritte e argomentate tutte le loro rivendicazioni. E le forti critiche per chi gestisce le sorti dell’istruzione pubblica.
“Anche il ministro Profumo, peraltro, come la Fornero – si legge nel documento dei precari che verrà consegnato ai senatori che si occupano di scuola – ha deciso di ‘dinamizzare’ il mondo della scuola, con una proposta parimenti irricevibile: quella di un nuovo concorso per insegnanti plurititolati, pluriabilitati e in cattedra, in moltissimi casi, da più di 10 anni come docenti precari, sfruttati e licenziati senza complimenti alla fine dell’anno scolastico”.
I precari rivendicano quindi “il piano triennale di assunzioni”, approvato dall’ultimo Governo Prodi, realizzato nemmeno per metà, “che è stato bruscamente interrotto, nel 2008, per lasciare il posto al più grande licenziamento di massa mai visto: 150.000 tra docenti e Ata “tagliati” dalla L.133 Gelmini-Tremonti”. Si scagliano quindi contro il ritorno dei concorsi pubblici, che in base alla normativa vigente prevede la metà dell’assorbimento dei posti vacanti da assegnare alle immissioni in ruolo. Il bando, che entro breve si farà con le attuali modalità mentre dalla prossima primavera cambierà profondamente volto – introducendo il numero dei posti in relazione a quelli vacanti, graduatorie a tempo e cadenza biennale – , viene osteggiato fortemente: al punto da essere definito un “buffonesco, dispendioso e illegittimo provvedimento”. Tanto che il Cps “annuncia che si opporrà con ogni mezzo e con ogni forza a tale cialtronesco tentativo di trasformare i diritti in una squallida ‘riffa’”.
I precari abilitati, circa 250mila, si dicono “stanchi di vessazioni ed esasperati, respingono dunque nel modo più assoluto ogni ipotesi di concorso, ribadendo che i docenti precari plurititolati e pluriabilitati inseriti nelle GaE hanno pieno e imprescrittibile diritto ad essere assunti tutti e subito e non si sottoporrano ad alcun’altra selezione, ritenendola umiliante, alogica e illegittima”. Ritengono, inoltre, che “le GaE costituiscono il canale di reclutamento unicamente valido e trasparente per le assunzioni del personale docente e non possono essere eluse né azzerate. Il ‘concorsone’ – ribadiscono – è stato sottoposto ad un’ampia riflessione teorica che sarebbe passatista rinnegare e inoltre rischia, nella contingenza attuale, data la crisi, di trasformarsi in una sconcia compravendita di posti, innescando squallidi meccanismi clientelari”.
Si rivolgono, infine, direttamente a Profumo. E lo fanno con toni molto decisi. “Il Coordinamento – riporta sempre il documento – diffida il ministro dal bandire l’oltraggiosa e costosa procedura selettiva che ha annunciato, senza alcuna ragionevolezza né ragione, di voler porre in atto, e torna a chiedere il ritiro dei tagli e l’immediata assunzione, che avverrebbe a costo zero, di tutti i precari delle GaE su tutti i posti che si renderebbero così disponibili”.