La manifestazione promossa dai Comitati dei precari per il prossimo 15 luglio si preannuncia ben più partecipata di quella dello scorso quando si radunarono a Roma alcune centinaia di precari provenienti soprattutto dalle regioni del sud.
Ma quest’anno i tagli agli organici hanno colpito un po’ tutte le province, seppure in modo diverso.
La vera novità sono però le adesioni di partiti e sindacati.
I primi ad annunciare la loro presenza a fianco dei precari erano stati numerosi parlamentari del PD (Mariangela Bastico e Giuseppe Fioroni in testa).
Poco per volta si sono aggregati in molti, da Sinistra e Libertà e Rifondazione Comunista fino all’Italia dei Valori e a diverse sedi provinciali dei Cobas.
Dieci giorni Flc-Cgil ha reso noto che il 15 luglio sarà in piazza con i precari.
E, proprio negli utlimi giorni sono arrivate anche altre adesioni importanti: Cisl-Scuola, Gilda degli Insegnanti, Cidi, Mce e CGD (Comitato dei genitori democratici).
Non si contano le decine di comunicati di comitati, forum e coordinamenti che fanno pensare ad una manifestazione, se non proprio imponente – vista la data in cui si svolgerà – ma quanto meno significativa.
I motivi della protesta sono sostanzialmente gli stessi dello scorso anno anche se è facile prevedere che questa volta i cartelli con “no ai tagli” e “no alla legge 133” saranno molto più numerosi anche se è molto difficile che la manifestazione possa indurre il Governo a rivedere il piano di riduzione degli organici (d’altronde il 15 luglio la circolare 63 sull’organico di fatto sarà già stata puntualmente applicata dalle diverse Direzioni regionali).
Può darsi, invece, che la protesta ottenga lo scopo di sbloccare l’autorizzazione ad immettere in ruolo qualche migliaio di precari già a partire dalle prossime settimane in modo da poterli assegnare alle scuole già dal 1° settembre 2009.
Una goccia nel mare delle richieste che i precari avanzano e certamente non basterà a fermare proteste e malcontento, ma sarebbe comunque un piccolo passo in avanti.
In effetti gli organizzatori della manifestazione intendono mettere al centro della giornata di protesta non solo il problema dei tagli, ma anche quelli della copertura di tutti i posti vacanti e disponibili e il ritiro del ddl Aprea che viene considerato complementare alla manovra finanziaria rispetto all’obiettivo di “destrutturazione” della scuola pubblica.
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