Oggetto della protesta il governo di Enrico Letta che se per un verso fa “della scuola la sua bandiera, agisce invece come l’ex ministro Mariastella Gelmini: distruggendo un sistema che già funziona male”.
“E per noi è arrivato il momento di alzare la voce”, dice il coordinamento precari della scuola di Bologna, mentre ad ogni nuovo inizio d’anno i problemi sono molti, e sono “sempre gli stessi perché nessuno interviene per disfare le politiche dannose promosse in passato”.
“L’Emilia Romagna”, dicono i precari emiliani, “ha una popolazione scolastica che cresce ogni anno. Eppure i posti disponibili per cattedre ‘di ruolo’ e supplenze continuano a diminuire: come mai? Abbiamo classi che diventano sempre più invivibili, con 30-32 studenti ciascuna, abbiamo giovani stranieri che hanno bisogno di sostegno per integrarsi e ragazzi con difficoltà privi di insegnanti di sostegno. Noi capiamo che la coperta è corta, ma la platea si allarga e ha dei bisogni che vanno ascoltati”.
“Alla scuola viene demandato molto: l’educazione didattica, l’educazione civica, la trasmissione di un bagaglio di principi che comprendono l’integrazione, e che debbono contrastare fenomeni come l’omofobia e il femminicidio. Eppure ci tolgono gli strumenti per stare vicino ai ragazzi”.
Una politica scellerata che da decenni non dà tregua, a cominciare da Silvio Berlusconi e da Gelmini, “il ministro dei tagli più pesanti”, per proseguire con Mario Monti e Francesco Profumo, “che ha portato avanti una politica del risparmio deleteria e dannosa”. Oggi arriva, dicono i precari, il governo Letta, “che doveva agire in maniera molto diversa dai predecessori, ma che invece non sta facendo nulla per la scuola”: se la spending review 2012 ha sottratto ai precari il diritto di “monetarizzare le ferie”, “a noi che ogni anno veniamo licenziati a giugno solo per essere riassunti a settembre”, l’attuale ministro all’Istruzione Maria Chiara Carrozza ha annunciato 44mila assunzioni ‘di ruolo’ in tre anni. Quindi significa che saremo condannati a questa situazioni ancora a lungo. E a risentirne sarà soprattutto la scuola. E non si fa una buona scuola tagliando”.
Bisognerebbe, invece, “infondere nuove risorse nel sistema, assumere più docenti, ridistribuire gli studenti in classi meno affollate per garantire parità di apprendimento”. E soprattutto “basta con l’ingiustizia delle graduatorie a esaurimento: l’ex ministro all’Istruzione Giuseppe Fioroni le aveva introdotte per collocare i precari, così che piano piano fossero assunti tutti. Oggi invece si fanno nuovi concorsi che allungano le liste e protraggono l’attesa per chi è in graduatoria, spesso da più di dieci anni, con un’età media che va dai 37 ai 65 anni. Si può vivere così, con uno stipendio misero, un carico di lavoro enorme e una responsabilità tale sulle spalle? Noi amiamo il nostro lavoro, ma lo Stato deve intervenire, altrimenti attueremo una politica di non collaborazione: non compiremo, cioè, tutte quelle attività non previste dal contratto nazionale, di cui invece fino a oggi ci facevamo carico, come il ricevimento settimanale con i genitori, la sostituzione dei colleghi assenti, il coordinamento di classe o le uscite didattiche”.
“Lo Stato ci usa come cavie, come banco di prova per togliere diritti ai lavoratori. Ma se ora non ci restituisce i nostri, smetteremo di fingere di averli. Cominceremo con la manifestazione del 4 e poi vedremo. Noi abbiamo scelto questo mestiere e continueremo con ogni mezzo lecito a nostra disposizione, a difenderlo”.
Ci sono aggiornamenti sulle indagini che stanno proseguendo in merito alla spedizione punitiva di trenta…
Jannik Sinner è sempre più protagonista assoluto nel tennis mondiale. Gli ultimi giorni lo hanno…
Come abbiamo scritto, è tornato il Black Friday, l'occasione più propizia dell'anno per approfittare di…
Con messaggio n° 1024 del 11 marzo 2024 l’INPS ha comunicato che è aperta la…
La sorella di Giulia Cecchettin, Elena, sul suo profilo Instagram ha commentato duramente il discorso…
Le avventure della cagnolina Pimpa tradotte in arabo per raccontare ai giovani studenti del Kurdistan…