Ma quale sterzata sui precari! Sulla Buona Scuola e è avanti tutta: è questo il senso dell’intervento della senatrice Francesca Puglisi, responsabile Scuola Pd.
Le parole della Puglisi giungono dopo che in diversi avevano colto nell’approvazione dell’ordine del giorno in Senato sul consolidamento dell’organico dio fatto nell’organico dell’autonomia, oltre che sull’apertura ad assumere da graduatorie d’istituto con oltre 36 mesi di servizio, un cambio di marcia da parte del Governo sul tema del precariato. Anche perché, nel frattempo, diverse classi di concorso sono risultate esaurite, sia a livello di GaE che di graduatorie di merito. E anche il “concorson” non ha prodotto un numero di idonei adeguati a coprire i posti vacanti.
Puglisi, invece, sostiene che non ci sono particolari novità in merito. “Il nuovo piano di formazione iniziale e reclutamento di insegnanti previsto nello schema di decreto legislativo di attuazione della delega al Governo contenuto nella legge 107, e la norma transitoria in esso contenuta, non è un dietrofront della buona scuola, ma il completamento della stessa“, dice la democratica.
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“Se il governo Renzi – aggiunge Puglisi – non avesse investito 3 miliardi all’anno e altri 400 milioni nell’ultima legge di bilancio per la stabilizzazione dell’organico di fatto, svuotando gran parte delle graduatorie di prima fascia, oggi non potremmo iniziare a pensare soluzioni per la stabilizzazione dei precari di seconda e terza fascia di istituto con 36 mesi di servizio“.
“Quando il governo Renzi si è insediato – ricorda Puglisi – erano migliaia gli insegnanti precari delle GaE e ciò che abbiamo trovato era un groviglio di diritti contrapposti creati dalle riforme dei governi che si sono succeduti negli anni e dai tagli drammatici della destra (85.000 posti in meno)”. “La mozione che abbiamo votato a larga maggioranza questa mattina al Senato (il 28 febbraio n.d.r.), indica la strada per arrivare a garantire – conclude la democratica – la necessaria continuità didattica agli studenti, togliendo dalla precarietà gli insegnanti riconoscendone il merito”.
Ora, nessuno vuole additare il Governo di cambi di marcia sulla riforma, ma è un dato di fatto che sino ad un anno fa nessuno dell’Esecutivo si è mai azzardato a parlare di immissioni in ruolo agevolate (tramite concorso riservato o corso abilitante per chi è in terza fascia o altre formule da definire) per i precari delle graduatorie d’istituto. La nuova linea, derivante anche dai cambiamenti di situazione delle graduatorie, secondo il nostro modesto parere è stata intrapresa. E non è da poco.
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