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Precari, l’emendamento contro la sentenza del Tar passa il primo scoglio

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Manca l’atto finale, la votazione in aula parlamentare, ma ormai si può dire che dopo quasi sei mesi contrassegnati da ricorsi, sentenze e sospensive le graduatorie ad esaurimento dei precari della scuola rimarranno esattamente così come erano. Almeno per un anno. Poi si vedrà.
Come preannunciato dallo stesso Miur, l’XI Commissione Lavoro della Camera ha infatti dato parere favorevole, seppure solo con i voti degli esponenti della maggioranza, ad inserire all’interno del Dl 134/09 salva-precari alcuni emendamenti tra cui quello presentato dalla relatrice Paola Pelino (Pdl): una modifica che, in pratica, si potrebbe dire che “congela” le graduatorie ad esaurimento rendendo inapplicabile l’Ordinanza con cui il 9 ottobre il Tar del Lazio ha disposto al ministero dell’Istruzione di spostare entro 30 giorni gli aspiranti docenti dalla coda alla posizione a”pettine”.
La modifica rende di fatto immodificabile il “cuore” del nuovo Regolamento delle graduatorie emesso lo scorso aprile dal Miur: l’opzione per tre nuove province, ma con la consapevolezza di ritrovarsi in fondo a tutti quei precari che già c’erano da almeno due anni. Attraverso l’emendamento, contestato sino all’ultimo dai rappresentanti dell’opposizione, si consente ai docenti che ne fanno esplicita richiesta, oltre che la permanenza nella provincia prescelta in occasione dell’aggiornamento delle suddette graduatorie per il biennio 2007-2008 e 2008-2009, di essere inseriti anche nelle graduatorie di altre provincie dopo l’ultima posizione di III fascia nelle graduatorie medesime“.
Ma vi sono almeno altre tre importanti modifiche al dl salva-precari: la prima è l’esclusione di tutto il personale docente di ruolo dalle graduatorie: chi è stato già assunto dall’amministrazione a tempo indeterminato non avrà più diritto a rimanere in lista di attesa: a decorrere dall’anno scolastico 2010-2011 – si legge nell’emendamento – non è consentita la permanenza nelle graduatorie ad esaurimento dei docenti che hanno già stipulato contatto a tempo indeterminato per qualsiasi tipologia di posti di insegnamento o classi di concorso. Un provvedimento, chiesto da tempo dai precari, in particolare dai Cip, che priverà le graduatorie ad esaurimento di alcune decine di migliaia di insegnanti già di ruolo. I quali mantenevano la loro candidatura nelle graduatorie (incrementandole ogni anno con 6 punti derivanti dal servizio “aspecifico) per non precludersi la possibilità di accedere ad un eventuale cambio di cattedra più vantaggiosa.
Un’altra novità, frutto anche questo delle istanze presentate da diverse associazioni dei precari e da alcuni sindacati, prevede che ai cosiddetti contratti di “disponibilità” possano accedere non solo i docenti precari che nel 2008/09 hanno firmato contratti annuali o fino al termine dell’a.s. assegnati attraverso le graduatorie ad esaurimento: potranno infatti chiedere di aderire agli ammortizzatori, che garantiranno anche se non si lavorerà l’anzianità di servizio, anche tutti coloro che hanno lavorato grazie alle graduatorie d’istituto. Il requisito minimo, la soglia di accesso, diventa in pratica l’aver svolto semplicemente supplenze temporanee di almeno 180 giorni
Passano anche le proposte, più tecniche, che sanciscono l’impossibilità a modificare la scelta già precedentemente effettuata, in merito all’attribuzione del punteggio per i servizi prestati in relazione ad una o più specifiche graduatorie e  l’assenso perché “gli atti di convocazione dei supplenti, ai fini del conferimento delle supplenze stesse” avvengano “anche attraverso la casella di posta elettronica certificata”.
Il testo non è legge ma poco ci manca: salvo improbabili sorprese lo diventerà presto: per l’inizio della prossima settimana, forse già lunedì 19 ottobre, potrebbe arrivare in aula alla Camera. Il giorno prima della manifestazione a Roma dei precari dell’Anief: i promotori della gran parte dei ricorsi presentati contro la “coda”. Ricorsi che hanno portato a sentenze clamorosamente favorevoli. Osteggiate da Miur e, negli ultimi tempi, anche da alcuni sindacati. Sentenze che ora però sono ad un soffio dall’essere vanificate.