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Precari, la protesta sbarca sullo Stretto di Messina

Stavolta l’inizio dell’anno scolastico non placherà l’ira dei precari: la materializzazione dei migliaia di mancate conferme sui posti annuali  – le associazioni di categoria parlano di almeno 20.000 posti mentre il Miur di appena 2.000 – sembra piuttosto far lievitare la contestazione. La regione capofila della protesta si conferma la Sicilia. Domenica 12 settembre, a partire dalle ore 11, il Comitato insegnanti precari della Sicilia ha in serbo un ‘colpo’ mediatico senza precedenti: l’invasione dello Stretto di Messina. L’intenzione del Cip siciliano è chiedere “a gran voce le dimissioni del Ministro Gelmini a causa di una politica fallimentare e distruttiva sul settore della conoscenza”. Alla manifestazione hanno aderito diversi movimenti dei precari. Ed anche alcuni sindacati ormai in rotta con il Governo. Come la Flc-Cgil siciliana, per la quale i tagli agli organici sfasciano la scuola pubblica, dividono socialmente il Paese allontanando ancora di più il Nord dal Sud, rompendo i legami sociali e solidali. Per la riuscita dell’iniziativa, molto dipenderà dal numero di lavoratori non di ruolo che si riverseranno sullo Stretto: i precedenti dei giorni passati, per la verità, non sono a favore degli organizzatori: al sit-in svolto a Roma davanti alla Camera, ad esempio, si sono presentati appena un centinaio di persone, tra cui anche studenti e genitori.
Sullo Stretto di Messina ci sarà di sicuro Giuliana Lilli, la precaria 44enne del Coordinamento precari scuola di Roma, che da oltre una settimana è entrata in sciopero della fame proseguendo la forma di protesta estrema avviata davanti a Montecitorio dai due precari siciliani Giacomo Russo e Caterina Altamore.
Le iniziative dei precari si svolgeranno anche lunedì 13 settembre, giorno di apertura delle scuole nella maggior parte delle regioni italiane: in programma vi sono assemblee all’interno degli istituti, durante le quali tutti gli insegnanti – scrive il Coordinamento precari scuola di Roma – sono invitati a discutere in classe degli effetti nefasti prodotti dai tagli della legge 133 e dalla riforma Gelmini“. Nella stessa giornata gruppi di precari distribuiranno volantini sullo stesso argomento davanti ad alcune scuole. Nel pomeriggio la protesta convergerà davanti al Miur dove, a partire dalle ore 15, si terrà un sit-in di tutto il mondo della scuola lanciato dagli studenti. Lì, Giuliana Lilli  – conclude il Cps romano – lancerà l’appello con cui concluderà il suo sciopero della fame. Presidi e assemblee proseguiranno almeno fino al 26 settembre, giornata in cui si terrà un’assemblea nazionale unitaria di tutte le componenti della scuola rivendicata dai precari palermitani Giacomo Russo e Caterina Altamore.
Si è sciolto, invece, il 10 settembre, dopo una festa ed un’assemblea finale, il presidio davanti Montecitorio cui nei giorni scorsi avevano fatto visita diversi gruppi parlamentari dell’opposizione: i precari romani si sono dati appuntamento per il 1 ottobre, “data per la quale è stata lanciata una manifestazione regionale con corteo da piazza della Repubblica”.
Si muovono anche i sindacati. Più di tutti la Flc-Cgil, che ha organizzato incontri nelle scuole, in corrispondenza con il primo giorno di scuola, con il dramma dei tagli degli organici all’ordine del giorno. “Nel biennio 2009-2011 il ministro Gelmini ha tagliato, nel solo Lazio, oltre 6 mila docenti e 2 mila e 600 collaboratori scolastici – ha detto Augusto Alonzi, neo-segretario Roma e Lazio – : con questi numeri, che si riferiscono all’organico di diritto, le disfunzioni a cui andiamo incontro sono evidenti. Alcune scuole ci fanno sapere che non hanno il personale per essere aperte all’inizio dell’anno”. Secondo Simona De Gasperis, che opera sempre per la Flc-Cgil capitolina, è emblematica la situazione “del circolo didattico Elsa Morante: una scuola elementare che, essendo composta da più sedi, non ha un numero di collaboratori scolastici adeguato per aprire tutti i plessi”. La stessa sorte toccherebbe ai paesi attorno a sud-ovest della capitale, più noti come Castelli Romani: Valter Conte, segretario Flc Roma Castelli, sostiene che “sono in forse le aperture anche in molti plessi scolastici, soprattutto a Velletri, Castelgandolfo, Lanuvio e Rocca di Papa: si tratta di scuole elementari di campagna dove sono stati tagliati troppi collaboratori scolastici”.

Il sindacato dei lavoratori della conoscenza continua poi ad accusare viale Trastevere di non dire la verità sui tagli all’offerta formativa settimanale nella primaria a 40 ore:solo nella provincia di Roma 3.000 studenti “resteranno senza tempo pieno”.

Alessandro Giuliani

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