Salvo clamorosi e improbabili ripensamenti, il destino dei docenti precari abilitati sembra segnato: per diventare insegnanti di ruolo dovranno passare per i concorsi, pubblici o riservati, perché le GaE rimangono blindate. Loro, i precari, ce l’hanno messa tutta per chiedere un inserimento in extremis: l’11 settembre, oltre mille docenti si sono dati appuntamento davanti alla Camera, chiamati a raccolta da Cobas e Anief.
La risposta che serviva, quella della maggioranza che nelle prossime ore si esprimerà sul decreto “milleproroghe”, non è però arrivata: con i docenti non di ruolo si sono schierati solo Fratelli d’Itali e LeU, promotore dell’emendamento apri-GaE che al Senato aveva illuso i precari; mentre i componenti delle commissioni Cultura hanno respinto l’invito, declinando anche il confronto con la delegazione sindacale salita a Montecitorio.
Quello attuale, ha commentato il capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Cultura della Camera Federico Mollicone, è un “governo fragile che evita il dibattito in aula pur di non implodere nelle evidenti contraddizioni della sua maggioranza. Ci sorprende inoltre la cinica indifferenza del presidente della commissione Cultura e Istruzione Luigi Gallo che non ha voluto ricevere una delegazione di manifestanti come invece ha fatto Fratelli d’Italia che dopo aver partecipato al sit-in in piazza Montecitorio ha incontrato gli insegnanti presso l’aula della commissione Bilancio”.
Forti critiche per la cancellazione dell’emendamento salva-GaE, approvato per errore al Senato e abolito con un emendamento dei relatori in commissione Affari e Bilancio della Camera, sono state espresse anche da Fabio Rampelli, anche lui di Fratelli d’Italia, vicepresidente della Camera: “Lo Stato ha chiesto ai precari della scuola che tutti i giorni accolgono i nostri bambini di abilitarsi a loro spese, chiedendo cifre tra i 3mila e i 4mila euro: ora, però, dice che non servono a nulla. È una vergogna nazionale”.
“Ci sono poche speranze, è vero, ma fino all’ultimo proveremo a convincere i partiti di maggioranza che nelle graduatorie ad esaurimento non possono rimanere chiuse. Anche perché sino a pochi mesi fa lo sostenevano anche loro: perché ora – ha chiesto Rampelli – fanno muro?”.
“I 5 Stelle sono della stessa ‘pasta’ dei governi precedenti – ha detto alla Tecnica della Scuola Piero Bernocchi, portavoce nazionale Cobas Scuola -: chiedere la fiducia al ‘milleproroghe’ significa non volere entrare nel merito del precariato. Invece di approvare l’emendamento che avrebbe portato dentro tanti precari: le GaE sono una struttura democratica. Se le GaE dovessero rimanere chiuse, si va verso un’assemblea nazionale a Napoli, l’epicentro di un precariato che deve rimanere unito e continuare a lottare”.
Anche il presidente nazionale dell’Anief, Marcello Pacifico, punta il dito sui “grillini”: “stiamo assistendo ad un voltafaccia che ha dell’incredibile: sono irresponsabili, lontani dalla realtà e dalle istanze dei cittadini”, dice il sindacalista del M5S.
“Quando si riescono a realizzare soltanto 25 mila assunzioni sulle 57 mila programmate, facendo peggio del Governo Renzi, perché le GaE sono esaurite e dalle stesse sono stati espulsi i docenti abilitati o specializzati su sostegno, soltanto perché abilitati dopo il 2012, non ci si può rifugiare sui nuovi concorsi che avranno i vincitori non prima di due anni. Perché questi sono i tempi, viste le annunciate modifiche legislative sul reclutamento, che introdurranno il domicilio lavorativo e la riduzione del Fit”.
“Peccato – ha continuato Pacifico – che in questo modo si alimenti ulteriormente il precariato, senza pensare al recente concorso riservato per la secondaria che potrebbe essere annullato dalla Consulta con altri 5 mila possibili licenziamenti, travolgendo anche l’analogo concorso previsto dal Decreto Dignità su Infanzia e Primaria. E chiedere la fiducia al Milleproroghe significa ignorare quella piazza che ha visto sempre esponenti del Movimento solidali, diventati oggi sordi spettatori”.
“Se il governo metterà la fiducia sul decreto ‘milleproroghe’, come sembra, noi riproporremo l’emendamento salva-precari nella prossima legge di Stabilità: siamo pronti a tornare in piazza e nel frattempo proseguiremo con i ricorsi ai giudici del lavoro, alla Cassazione e alla Corte europea dei Diritti dell’uomo”, ha concluso il sindacalista Anief.
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