Sul precariato scolastico, male endemico della scuola scuola, dobbiamo “cercare di risolvere e riuscirci in molti casi, ma non in tutti”.
E comunque nel 2018 quasi tutte le GaE saranno finalmente esaurite.
Non è passato inosservato il ‘post’ del 13 agosto di Marco Campione, già capo al Miur della segreteria del sottosegretario Davide Faraone, oggi componente della segreteria tecnica della ministra Valeria Fedeli.
Nello sviluppare una “risposta collettiva” ad alcuni commenti su Facebook, ripresa anche da Docenti #gaeinruolo, Campione ha affrontato tutto il corollario di situazioni che caratterizzano oggi il precariato tra i docenti.
Rispondendo, in particolare, sul fatto che immancabilmente sul web le varie considerazioni “su questa o quella categoria” chiudono con “questo problema non lo avete risolto”, Campione suddivide le problematiche per punti. Eccoli.
1) La chiave di lettura della frase è in quel “cercare di risolvere”. Cercare. Capisco che siamo stati abituati a governi che promettono una soluzione per tutti e poi non risolvono nulla dando la colpa alla fine anticipata della legislatura, alla congiuntura economica, all’Europa, agli immigrati, al terrorismo islamico, alla grandine… Noi abbiamo fatto una scelta differente: cercare di risolvere e riuscirci in molti casi, ma non in tutti.
2) Dobbiamo metterci d’accordo anche su cosa intendiamo per “risolvere”. Se si pensa che risolvere voglia dire assumere a tempo indeterminato chiunque abbia fatto almeno un giorno di precariato, vi do una notizia: le persone che avevano fatto almeno un giorno di precariato quando siamo arrivati erano almeno 700mila.
3) Noi abbiamo fatto una scelta diversa: offrire a ciascuno una prospettiva, possibilmente dire a ciascuno quando ragionevolmente sarà immesso in ruolo. Sapendo che questo “quando” purtroppo per alcuni non sarà prestissimo (sempre per il discorso dei 700.000). Per qualcuno (circa 180.000 persone) il ruolo è arrivato in questi anni; per altri (le seconde fasce della scuola secondaria, circa 70.000) la risposta arriverà a febbraio 2018 e sarà una data certa (al netto del fatto che il numero di assunzioni annuali non è prevedibile con precisione); per gli altri abbiamo immaginato un nuovo percorso che avrà due caratteristiche principali: non crea false illusioni, gli aspiranti docenti durante il percorso vengono retribuiti.
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4) Per la scuola secondaria, dal punto di vista strutturale il problema è risolto. Permangono casi specifici di classi di concorso dove la situazione è satura, ma sono casi singoli sui quali si dovrà intervenire puntualmente. Graduatorie a esaurimento esaurite in tempi certi (quasi tutte entro il 2018), abilitati non in GAE (i paria del precariato) assunti tutti in tempi certi più o meno lunghi (i posti sono un numero finito, come sappiamo; e non si fabbricano), non abilitati con tanti anni di servizio (almeno 3) ai quali riserviamo un contingente di posti.
5) Il grande nodo irrisolto resta quello di infanzia e primaria. Irrisolto nel senso che ho detto sopra però: non siamo stati capaci di dare la risposta che meritano, ovvero quando ragionevolmente entreranno in ruolo. Per loro la situazione non è peggiorata, sia chiaro (molti, anzi, sono stati assunti). Ma non è nemmeno migliorata. Bisognerà occuparsene non appena sarà arrivata una sentenza del consiglio di stato sui diplomati magistrali che definisce il quadro di riferimento. Farlo prima sarebbe stato da irresponsabili. Discorso a parte per i laureati in SFP vecchio ordinamento, per i quali spero che si riesca a trovare una soluzione entro la fine della legislatura.
Su alcuni punti toccati, anche sulla scorta delle indicazioni provenienti dai nostri lettori, sarebbe utile che lo stesso Campione faccia però ulteriore chiarezza. In particolare:
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