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Precari: “lo Stato prima ci usa e poi ci getta”. Proteste e manifestazioni

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“Servi dello Stato bistrattati”: i precari della scuola manifestano la loro esasperazione. “Se ci bloccano il futuro noi blocchiamo la città”, continuano a gridare e denunciano “l’esiguità del contingente di personale della scuola assunto a tempo indeterminato, solo 11mila assunzioni, a fronte di un vero e proprio esercito di lavoratori precari che contribuiscono in maniera consistente al funzionamento della scuola statale”.
I precari non si rassegnano e chiedono di ritirare tutti i “tagli imposti alla scuola, a partire dalla Gelmini” e, su questa base, hanno richiesto l'”assunzione a tempo indeterminato su tutti i posti liberi e vacanti in organico di fatto e di diritto”.
“Il prossimo appuntamento – hanno annunciato al megafono – è il 9 settembre sotto Montecitorio”.
“Riprendono nel Lazio, come in tutta Italia, le mobilitazioni promosse dai precari della scuola e dagli studenti, che quest’anno si preannunciano con forme ancora più organizzate. Questo perché, la precarietà dei docenti e il conseguente tentativo si smantellamento della scuola pubblica, hanno ormai toccato il fondo rischiano di mettere in serio pericolo la qualità dell’istruzione”.

Il Coordinamento precari scuola (Cps) fa sapere che l’11 settembre dalle ore 15 organizzerà con l’Unione degli studenti un presidio davanti al Ministero dell’istruzione:  “una scuola nostra sotto al Miur, lezione in piazza, per dimostrare come la politica dei tagli e la carenza di assunzioni producano un consistente peggioramento del funzionamento della scuola”.