A pochi giorni dal Natale si contano almeno 10 mila supplenze annuali ancora da assegnare ai precari: un dato pesante che pone più di qualche dubbio sulla gestione informatizzata delle supplenze imposta quest’anno dal ministero dell’Istruzione.
Il dato emerge dalle notizie fornite nei giorni passati dagli uffici scolastici direttamente ai sindacati. In alcuni territori dove la situazione è davvero pesante. Ci sono province dove sono centinaia le cattedre ancora assegnate a supplenza temporanea.
Tre settimane fa solo tra Firenze e Siena se ne contavano quasi 500.
In Lombardia sembra che manchino all’appello almeno 4 mila posti, di cui molti di sostegno.
Nel Lazio rimangono vacanti poco più di 3 mila posti. La notizia è stata fornita in settimana direttamente dal direttore generale dell’Usr ai sindacati. E l’Ufficio scolastico avrebbe anche spiegato che le 3.008 cattedre ancora scoperte sarebbero motivate dal fatto che “meno dell’1% accetta l’incarico”.
Come già da noi riportato, l’Usr laziale sta “lavorando ad un’applicazione che dovrebbe essere attiva dai primi di gennaio per consentire la convocazione on line degli aspiranti supplenti; i supplenti potranno accettare l’incarico attraverso la APP in modo tale da esaurire velocemente le graduatorie e ridare la gestione delle cattedre alle scuole”.
Sul punto si è espresso anche Saverio Pantuso, segretario regionale Uil Scuola Lazio, che parla di “ritardo inqualificabile nell’assegnazione delle nomine” dovuto ad “annosi problemi gestionali che, evidentemente, non si risolvono perché ‘non si vogliono risolvere’” e rispetto al quale l’amministrazione produce un “assordante silenzio”.
Secondo Pantuso si tratta dello “stesso silenzio con cui non si risponde alla situazione ormai ‘grottesca’ della mancata pubblicazione dei risultati delle prove scritte del concorso ordinario per DSGA del Lazio: mentre in quasi tutta Italia i vincitori sono stati nominati o in procinto di esserlo, nella regione laziale i candidati hanno svolto lo scritto nei primi giorni di novembre 2019, dopo una prova preselettiva durissima. Ad oggi, però, siamo ancora in attesa di conoscere gli esiti di quegli scritti. Il tutto, con buona pace dei principi costituzionali di speditezza, efficienza, efficacia e trasparenza delle procedure concorsuali”.
Il tutto avviene mentre ai “lavoratori della scuola sono costretti (con strumenti di loro proprietà) ad “inventarsi” forme di didattica a distanza o di didattica a distanza integrata: impegni che – conclude Pantuso – sovente li costringono a lavorare da casa anche 12 ore al giorno, a dispetto dei principi comunitari sull’orario lavorativo massimo giornaliero”.
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