Con il decreto scuola che diventerà legge nelle prossime ore senza alcuna modifica rispetto al Senato, torna parlare Matteo Orfini del partito democratico, uno dei “dissidenti” che si era schierato apertamente contro il suo partito a proposito del concorso straordinario.
“Ho ripresentato gli emendamenti che erano stati bocciati al Senato. Ovviamente sono stati bocciati anche alla Camera. Come annunciato voterò contro a questo provvedimento, in dissenso dal mio gruppo, scrive Orfini su Facebook, che spiega: “la mia posizione era quella di tutto il Pd. Poi, senza alcuna discussione in nessun organismo quella posizione è cambiata e abbiamo ceduto a una forzatura del movimento 5 stelle. Peccato che quel cedimento lo paghino sulla loro pelle migliaia di precari. E per me questo è inaccettabile come è inaccettabile che decisioni del genere vengano assunte senza alcun confronto“.
L’esponente dem ammette: “In una fase così delicata della vita del nostro paese avremmo potuto e dovuto unire il mondo della scuola e le istituzioni intorno a una grande opera di ripensamento della funzione e del ruolo di un settore così strategico. Invece lo abbiamo incomprensibilmente deluso. Un errore che farò di tutto per correggere. Perché il Pd, il mio partito, non può rinunciare a queste battaglie. E sono convinto di non essere il solo a pensarlo“.
Come da regolamento, a Montecitorio la votazione sui decreti sul quale si pone la fiducia potrà svolgersi non prima di ventiquattr’ore da quando è stato comunicato il provvedimento: la Conferenza dei capigruppo della Camera. Intorno alle 16,30 si parte con l’appello nominale dei 630 deputati: sarà una fase piuttosto lunga, visto che alla procedura di per se articolata occorre aggiungere le misure di distanziamento sociale entro l’emiciclo dove i parlamentari si muoveranno.
La proclamazione dovrebbe avvenire dopo due ore e mezzo o tre. Nella seduta serale, dalle 20 alle 24 verranno illustrati gli ordini del giorno, il cui termine per la presentazione scade domani mattina alle 10.
Venerdì mattina alle 9 inizieranno invece le votazioni degli ordini del giorno, con i pareri del governo. A seconda del numero di questi documenti di indirizzo sarà fissata l’ora del voto finale sul decreto.
Il voto finale sul decreto dovrebbe avvenire nella giornata di venerdì 5 giugno.
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