Circa un docente precario ogni dieci non è abilitato e non è inserito nemmeno nelle graduatorie d’Istituto: il dato è presente in un dossier sul precariato scolastico da titolo “Più stabilità al lavoro, più qualità al servizio”, prodotto dalla Cisl Scuola il 12 marzo.
Dallo studio, su dati ufficiali Miur, pubblicato nella giornata di manifestazioni dei sindacati maggiori contro l’emergenza precariato, è emerso che i posti totali di insegnamento nella scuola, compreso il sostegno, sono 822.723. Tra questi, circa 150 mila, tenendo conto anche di quelli in organico di fatto e le deroghe su sostegno, sono stati affidati quest’anno a personale precario.
Ed è in quest’ultimo numero che si trovano i più precari tra i precari: si tratta di candidati ad una cattedra collocati nella cosiddetta Mad, la massa a disposizione, una sorta di elenco che per i presidi rappresenta l’ultima spiaggia per riuscire ad affidare uno o più posti rimasti liberi dopo avere tentato di “pescare” da tutte le graduatorie possibili.
“La carenza di insegnanti nelle graduatorie, in particolar modo in alcune regioni del Nord – scrive la Cisl Scuola -, ha fatto sì che ben 10.806 contratti siano stati stipulati facendo ricorso alla cosiddetta “messa a disposizione”, ovvero la stipula di un contratto a termine con aspirante non incluso nelle graduatorie dell’istituto, ma che ha segnalato la propria disponibilità a lavorare, avendone i titoli. In molti casi (precisamente 787) il contratto si riferisce a posti disponibili fino al 31/08”.
Quindi, per questi ultimi c’è stata anche la possibilità di lavorare su cattedre vacanti e disponibili: quelle che, per intenderci, darebbero diritto anche alle immissioni in ruolo e ai trasferimenti di sede.
E l’anno prossimo il ricorso alla messa a disposizione non potrà che incrementarsi. Perché in base alle stime dei sindacati, sia a causa dei circa 15 mila docenti che hanno deciso di aderire a quota 100 sia per la carenza di candidati nelle graduatorie, anche per via della lentezza con cui si stanno attuando i concorsi, le supplenze sono destinate crescere. Lo si constaterà già nel 2019.
La Cisl Scuola ha puntato il dito sul “limite di politiche focalizzate esclusivamente e quasi ossessivamente sulla messa a punto delle procedure concorsuali per esami, rivelatesi finora per governi e maggioranze di segno diverso una scelta inconcludente. Perché nel frattempo, mentre non si riescono a fare le assunzioni previste per carenza di aspiranti nelle graduatorie da cui si attinge, non si offre alcuna opportunità di stabilizzazione al lavoro di migliaia di precari assunti dalle II e III fasce, grazie ai quali il sistema è messo ogni anno in condizione di funzionare regolarmente”.
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