Sono di nuovi in fermento i movimenti dei precari: per il 15 luglio c’è in programma una manifestazione nazionale organizzata dal CPS (Coordinamento Precari Scuola), mentre già la prossima settimana i precari Cobas organizzano un presidio nazionale a Piazza Navona in occasione della discussione della legge finanziaria in Senato.
Intanto alcuni giorni fa i precari di mezza Italia si sono incontrati a Bologna per tentare di concordare una strategia comune: operazione non semplice, perché in realtà il movimento dei docenti precari è molto frastagliato e comprende al proprio interno “anime” diverse.
Dall’assemblea di Bologna è venuto fuori anche un “manifesto” in cui le diverse realtà territoriali dovrebbero riconoscersi.
L’idea è quella di fare in modo che sindacati ufficiali e forze politiche prendano sempre più coscienza dei problemi del precariato scolastico e assumano iniziative conseguenti.
Ma il manifesto sembra di più un “libro dei sogni” che un programma di lavoro.
Molti dei punti del documento non troverebbero consenso neppure all’interno delle forze di opposizione, come, per esempio, il “no alla sussidiarietà”, l’ assoluta contrarietà al “trasferimento di beni e risorse umane, strumentali e finanziarie dallo Stato alle Regioni”, l’utilizzo delle “graduatorie ad esaurimento” come unico canale di reclutamento o “l’ azzeramento dei finanziamenti pubblici alle scuole private”.
Per il resto le rivendicazioni sono quelle che continuano ad essere riproposte, senza nessun esito concreto, da almeno due anni: si va dal ritiro della legge 133 fino, alla assunzione di tutti i precari presenti nelle Gae e alla cancellazione del “decreto Brunetta” (è bene ricordare in proposito che in sede parlamentare neppure il PD se l’era sentita di votare contro ogni punto dell’intero provvedimento).
Un CPS, insomma, “solo contro tutti” che, però, potrebbe richiamare l’attenzione del variegato e composito mondo del precariato scolastico grazie anche alla scarsa attenzione che i sindacati tradizionali e le forze politiche stanno mostrando nei confronti della questione. D’altronde la stessa Flc-Cgil, che due mesi fa aveva annunciato la costituzione di un coordinamento nazionale dei precari, non ha ancora dato il via al progetto.
Ma, fra alcune settimane, la questione del precariato si porrà nuovamente in tutta Italia e specialmente nelle regioni del sud, con molta più drammaticità di quest’anno.
E proprio per questo dall’assemblea bolognese è emersa anche una proposta molto articolata per dare visibilità ai precari fin dagli ultimi giorni di agosto: si va dalle “azioni di disturbo il giorno delle nomine” fino al “boicottaggio degli esami di riparazione” e a picchetti davanti alle scuole a partire dal primo giorno di scuola.